E' l'anno del leopardo, ma chi ce l'ha ordinato?

di Pietro Piovani
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Novembre 2013, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 14:54
Roma + superpioggia + ombrello leopardato.

@danielakamelie








Una mattina esci di casa e scopri che tutte le donne hanno deciso di vestirsi leopardate. Chi ha il pantalone maculato, chi la camicia, chi un foulard, una borsa, una scarpa, un fermacapelli. Avvistato anche qualche velo islamico tra le ragazze musulmane. Eppure fino a ieri le pochissime che osavano girare con il leopardo addosso venivano accompagnate dal sarcasmo generalizzato. Poi, un bel giorno, tutte insieme cambiano idea e decidono che adesso il leopardato si può, o meglio si deve! Noi uomini ci domandiamo: come faranno a mettersi d'accordo? Chi glielo avrà detto? Anzi, chi glielo avrà ordinato? Ma sbagliamo a crederci immuni, a questi comandi ubbidiamo anche noi. Un paio d'anni fa per esempio tutti i romani, sia maschi che femmine, reagirono al primo freschetto autunnale indossando un golfino viola.



Banalmente la chiamiamo moda. Con più fantasia la scrittrice Elsa Morante parlava di “ordini a bassa frequenza”. Cioè disposizioni criptate che circolano silenziosamente per la città e che riusciamo a captare attraverso chissà quale nostro decoder interiore. Così, andando indietro negli anni, si potrebbe fare un elenco degli ordini a bassa frequenza che abbiamo ricevuto stagione per stagione: oggi i capi leopardati, ieri i maglioncini viola, e i leggings, e i jeans a vita bassa, e ci fu il momento dei piumini neri lunghi fino ai piedi, e come dimenticare l'arrivo delle scarpe ballerine, i quarantenni ricordano l'epoca dei Camperos, e i cinquantenni possono raccontare la storica apparizione della zampa d'elefante. Un giorno ricorderemo con nostalgia l’anno del leopardo, il 2013.



pietro.piovani@ilmessaggero.it