La maledizione della Regione Lazio

di Mauro Evangelisti
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Venerdì 14 Marzo 2014, 21:56 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 10:11
Con violenza e frasi fatte

non si va da nessuna parte.

Riforme: reddito minimo garantito,

sostegno un anno ai licenziati, bonus ai giovani



Federica Gagliardi Dopo l’arresto della Dama Bianca, trovata con un trolley pieno di coca, tra le consulenze più o meno d’oro, alla Regione Lazio ne dovrebbero pensare un'altra per una professionalità assai necessaria: un esorcista. Ormai è una maledizione che si trascina da un decennio all’altro e perseguita chi passa dalle parti del Palazzo sulla Colombo, ma nella dependance del consiglio regionale in via della Pisana. Da dove partire? Da un assessore condannato per l’inchiesta di Lady Asl (legislatura 2000-2005) o dal presidente Storace che fu sconfitto quando corse per il secondo mandato anche a causa di un’inchiesta da cui uscì pulito? O da una lunga serie di dirigenti indagati e arrestati (anche nella recente inchiesta sui rifiuti). Marrazzo, che avrebbe potuto tranquillamente continuare a fare il giornalista tv di successo, cedette alla tentazione di candidarsi a governatore, vinse: vedeva nel mirino una fine mandato senza guai e una probabile ricandidatura vincente e - tac - ecco la storia del ricatto, dei trans, dimissioni, fine della carriera politica. Chi è arrivata dopo di lui, Renata Polverini, in Regione ha perso un po’ di salute e se n’è dovuta andare a metà mandato, mentre il capogruppo del più importante partito della sua maggioranza veniva arrestato e condannato (stessa sorte a un capogruppo di minoranza) per uso assai allegro di fondi pubblici. Certo, a guardare bene in molti casi la sfiga in Regione se la sono cercata. Ma un santero cubano o una fattucchiera napoletana male non farebbero.

mauro.evangelisti@ilmessaggero.it

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