Al Prenestino i soliti ignoti 60 anni dopo

di Pietro Piovani
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Mercoledì 8 Aprile 2015, 20:16 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 00:17
Rubare è un mestiere impegnativo. Voi al massimo potete andare a lavorare "I soliti ignoti" - M. Monicelli (1958)

@polasein500cc







Un articolo di cronaca nera pubblicato ieri su queste pagine conteneva una quantità sorprendente di buone notizie. Ne riassumiamo i contenuti: due ladri sessantenni, un romano e un pugliese, sono entrati in un appartamento in zona Prenestina, ma i vicini di casa hanno chiamato il 113, la polizia è arrivata e uno dei due malviventi è stato bloccato mentre scendeva le scale fischiettando e fingendosi di passaggio; il complice ha tentato la fuga lanciandosi dal terrazzo ma una volta atterrato sul balcone di un'altra casa si è reso conto di non avere più vie d'uscita e si è nascosto dietro un armadietto; dopo un'ora di attesa, quando la padrona di casa è rientrata e ha aperto la porta, gli agenti hanno ammanettato il ladro che ha provato a giustificarsi: «Vi state sbagliando, sono qui per una casualità».



Prima buona notizia: esistono ancora vicini che, quando sentono rumori sospetti, chiamano il 113. La seconda, ancora più inaspettata, è che a quanto pare la polizia è arrivata sul posto nel giro di pochi minuti. La terza notizia che possiamo catalogare tutto sommato come positiva, in un'epoca in cui leggiamo spesso di orribili rapine compiute da criminali violenti: esiste ancora una vecchia generazione di ladruncoli un po' pasticcioni che sembrano usciti dalle cronache del Messaggero degli anni Cinquanta. Il pensiero non può non andare al film “I soliti ignoti”. Proprio in zona Prenestina si trovava la terrazza dove Totò teneva la sua lezione di apertura casseforti, e colto quasi in flagrante dai carabinieri si giustificava: «Brigadiere, come vede si lavicchia».



pietro.piovani@ilmessaggero.it