Dopo l’hamburger anche il caffè è americano

di Mauro Evangelisti
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Venerdì 23 Ottobre 2015, 23:20 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 00:06
Ho trovato un bar a Roma che dà il bicchiere d'acqua vicino al caffè senza chiederlo. È un buon segnale

@dansanzone



Negli anni ’80, quando aprì il primo fast food della grande emme gialla in piazza di Spagna, si gridò allo scandalo. Oggi ci pare normale la sua presenza, a Roma come in altre città. Si diceva: ma dai, l'Italia è la patria della grande cucina, mica andremo a mangiare hamburger e patatine. Premesso che non tutti i ristoranti del centro sono esattamente gourmet, sappiamo come è andata a finire: il fast food della grande emme gialla è ancora a Roma e nelle altre città. Questa storia ricorda i ragionamenti che si stanno facendo ora che Starbucks si appresta ad aprire in Italia. Ragionamenti che hanno fatto temporeggiare la multinazionale di Seattle prima di puntare sull'Italia. Si dice: a Roma, in Italia il caffè è una cosa seria, figuriamoci se andremo a bere un beverone americano. Premesso che è fuorviante pensare solo al caffè americano, perché ormai anche grazie a Starbucks, la cultura dell'espresso è diffusa da Milano a Hong Kong, siamo sicuri che in tutti i bar della Capitale la tazzina di caffè sia così buona? In molti è da 5 stelle, in molti no. E se ci siamo adattati ai caffè delle macchinette sui posti di lavoro, tutto è possibile. Inoltre la catena di Seattle potrà contare su milioni di turisti che cercano un luogo riconoscibile: capita pure a noi quando siamo dall'altra parte del mondo, a volte amiamo sperimentare, a volte vogliamo un ambiente che non ci darà sorprese. Se state attendendo un aereo in connessione all'aeroporto di Kuala Lumpur la prima tentazione non è imbucarsi in uno Starbucks e chiedere, disperati, un espresso?



mauro.evangelisti@ilmessaggero.it