Filosofia dei bagagli a mano: la vita in 10 chili

di Mauro Evangelisti
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Venerdì 8 Agosto 2014, 21:25 - Ultimo aggiornamento: 23:46
Preparare il bagaglio

a mano serve

a testare la propria

capacit di sintesi

@fedefadeaway




Lasciate (a casa) ogni valigia voi che entrate a Fiumicino (ma anche a Ciampino). Se ancora non lo avete imparato in questi anni di cicliche emergenze bagagli, se i sovrapprezzi delle low cost (e non solo) sul trolley imbarcato non vi hanno educato, se le attese più lunghe del volo stesso ai nastri del Leonardo Da Vinci non vi hanno forgiato, se non vi ha commosso la valigia perduta per giorni e giorni all’aeroporto di Albuqerque mentre voi eravate alle Maldive, bene, forse è il momento di cambiare: volate con il solo bagaglio a mano, vi salverà la vacanza e vi eviterà l’ulcera.



Abituatevi a racchiudere la vostra vita nei 50 centimetri di lunghezza e nel 10 chili massimi di peso imposti dalle compagnie aeree per adagiare il vostro trolley nelle famigerate cappelliere in cabina.



Risparmierete tempo, soldi, ricerche dei bagagli desaparecidos. Anche perché - ma pensa - la crema protettiva la vendono anche in Grecia, una lavanderia per le magliette la trovate anche in Cambogia, l’asciugacapelli spesso vi attende nella stanza dell’hotel.

Vivrete anche senza quella magnifica giacca bianca che resta a casa, ma capirete che viaggiare leggeri migliora la vacanza. Perfino i cerberi di Ryanair che provocavano crisi di pianto alle signore costringendole a schiacciare nel trolley la borsa a tracollo, si sono rammolliti. C’è perfino chi narra di avere visto la classica ragazza di Roma Nord al ritorno da Ibiza imbarcarsi con trolley paffuto, bustoni dello shopping e pochette extralarge. Non ci sono più le low cost di una volta.



mauro.evangelisti@ilmessaggero.it

twitter: @mauroev