Anziani soli d’estate, non abbandoniamoli

di Raffaella Troili
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Martedì 11 Agosto 2015, 22:29 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 15:14
Ricordiamoci degli anziani. Sono i nostri racconti perduti, le fiabe mai narrate, le nostre sconfitte taciute, il cuore che fu. @ElenaGaiardoni



Anna cammina piano, pianissimo, quando passa lei si ferma il traffico, anche i pedoni rallentano, si crea la fila solo per rispetto, che sia in chiesa o al supermercato. Lo sguardo lontano, fiero, va a spasso per il quartiere, sottobraccio alla badante da un lato, il bastone a tre piedi ben stretto dall’altro, come a dire, ce la farei anche da sola, con la mia scarpa con il rialzo, i miei tempi, il mio orgoglio, la mia dignità.



Non volta mai la testa, guarda sempre dritto, elegante nel semplice grembiule da casa, non rinuncia alla sua passeggiata, nonostante tutti intorno corrano affannati, nonostante il caldo, la solitudine, l’imbarazzo (che mostra di avere più la badante). Chissà chi l’ha lasciata sola. Chissà quanti come lei, in questa città più vuota, non hanno nemmeno la compagnia e l’aiuto di una colf, che sia ruvida e algida o dolce e calorosa, per raggiungere un parco, comprare il latte o la frutta, scambiare una parola. La maggior parte non parlano, fateci caso, forse hanno solo perso l’abitudine, sembrano assenti, eppure, improvvisamente, si ravvivano di fronte alla corsa di un bambino o al volo di un piccione.



Scrive su Facebook, Barbara Necci, autista Atac: «Roma pian piano si svuota... e girando per la città ti imbatti in tanti “cuccioli con i capelli bianchi” che vagano per spezzare la noia di una casa vuota. Ti guardano con occhi vispi e cercano una parola..... e ti viene voglia di abbracciarli ed io la prima me la sono già pomiciata — soddisfatta». Non sono gattini, forse fanno meno tenerezza, ma lo stesso non abbandoniamoli nell’indifferenza.



raffaella.troili@ilmessaggero.it