«Dopo Londra la mia vita è tutta in bici»

(Foto Fabio Lovino)
di Rosalba Emiliozzi
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Sabato 27 Ottobre 2018, 09:43
La passione per la bici è diventata il suo lavoro. Sistema camere d’aria, raddrizza ruote sgangherate dalle buche, sostituisce copertoni colorati, vende sellini camouflage e magliette kitsch-chic con Nerone e il Colosseo. «Piacciono soprattutto ai turisti americani» dice Giulio Maselli, romano di 47 anni, che ha lasciato Londra e una professione in carriera per aprire una ciclo-officina dove le bici si possono anche comprare e affittare. Un mestiere che ha poco a che fare con la laurea in Economia nel ‘94 alla John Cabot University quando voleva fare altro, scalare il mondo.
Perché ha scelto l’università americana?
«Volevo lavorare in ambito internazionale e una università dove si parla solo inglese me lo avrebbe permesso. Sognavo di lavorare per una grande azienda e andare all’estero».
E così è stato. Primo impiego?
«Ad Atene per un anno e mezzo nel settore della telefonia, un periodo bellissimo. Dopo Milano, Roma e infine Londra».
Cioè il top, perché ha lasciato tutto?
«Ci ho pensato a fondo, non era la vita che volevo».
Ma come? Un sogno si è interrompe nell’ambita Londra?
«In qualche modo sì. Sentivo di aver fatto ciò che volevo. Avevo raggiunto un buon livello di competenza, di carriera e anche di indipendenza economica. Per arrivare più in alto ci vogliono delle caratteristiche umane che io non ho. Così quattro anni fa ho deciso di tornare a Roma».
Perché aggiustare bici?
«Sono la mia passione. Poi ho fatto un’indagine e ho visto che era un settore in crescita. Mi sono detto: perché non provare?»
E la scelta di aprire in Centro?
«È il posto che più amo di Roma. In alcune zone c’è ancora il senso di villaggio. In Centro c’è una comunità quasi segreta che, nonostante i milioni di turisti e i ristoranti di bassa qualità, resiste: è fatta di negozianti, abitanti, passanti di ogni estrazione sociale, dalla principessa al falegname, che si muovono in modo armonico. Questo stare insieme è affascinante».
Come in via dei Leutari, dove è il suo negozio?
«Sì. Guardi il tavolino sui sampietrini: giocano a carte, anche questo è parte di una romanità che si sta perdendo».
Come ha imparato ad aggiustare bici?
«Ho fatto un corso e mio cognato mi ha dato una mano».
Quali sono oggi le biciclette più in voga?
«Le bici elettrice, quelle pieghevoli, le classiche da città esteticamente carine. Ma poi si ripara di tutto, anche bici di 40-50 anni fa. Ne ho sistemata una degli anni Trenta, è ancora perfettamente funzionante».
Chi sono i suoi clienti?
«Nobildonne, scrittori, mamme».
Perché si bucano le bici?
«Per i vetri della movida».
E le ruote perché si rovinano?
«Per le buche, spezzano i cerchioni. Il mercato potrebbe crescere di più se le strade fossero migliori. E aumenterebbe anche il ciclo turismo nella Capitale, mentre oggi Roma rappresenta il giorno di partenza, quando le bici si impacchettano per tornare a casa in aereo».
Perché prendere la bici e non l’auto?
«Perché con la bici si rispettano gli orari».
Ma oggi la mobilità a Roma mette a rischio maggiormente il ciclista, cosa fare?
«Basterebbe poter mettere le bici sui mezzi pubblici e fare solo alcuni tratti sulle due ruote. E incentivare le rastrelliere negli uffici pubblici e nei condomini per evitare i furti».
Che sono tanti. Come ci si difende?
«Con lucchetti speciali».
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