La chiesa senza il Guercino venduto

La chiesa senza il Guercino venduto
di Fabio Isman
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Domenica 21 Maggio 2017, 11:26
LA STORIA
La chiesa di San Crisogono all'inizio di Trastevere, in piazza Sidney Sonnino, è tra le più antiche della città, ma per vederla - o ammirarne quanto ne rimane - bisogna andare nei sotterranei: perché la basilica paleocristiana del 499 è ritornata con gli scavi eseguiti nel 1924. Quella che ora vediamo, è totalmente diversa: frutto dei restauri e dei rifacimenti successivi. Il più importante nel 1626, quando vi provvide il potente cardinale Scipione Borghese, il cui nome è sull'architrave, e lo stemma con l'aquila e il drago alato si ripete un po' dappertutto. La prima chiesa era tra le rare che, accanto alla navata, avesse altri due locali: un battistero e un «secretarium»; si entrava da tre archi, ma chiudeva il lato di fondo la facciata di una domus: una casa del III secolo (nel quartiere, erano 150, contro 4.400 «insulae»: più popolari, a più piani), e qualcosa è salvo.

IL MARTIRE
San Crisogono era un vescovo e martire di Aquileia, la cui città, fondata nel 181 a.C., era la seconda colonia a Nord del Po voluta dall'Urbe: quantità incredibili di terre, per convincere i primi abitanti a raggiungerla. Da un testo del V secolo, sappiamo che Diocleziano lo fa decapitare. E, da allora, la sua fama si è sparsa nel mondo. Il nome deriva dal greco: «Nato dall'oro». Le reliquie del soldato-prete sono a Zara. Anche se è ucciso nel Nord Est, a Roma aveva vissuto e professato la fede: perché abiurasse, gli erano stati offerti la prefettura e il consolato; ma invano. E a Roma, dove forse era stato vicario per due anni, ebbe ben presto un «titulus»: una delle pochi chiese esistenti (le parrocchie erano 25 ad inizio IV secolo). Per altri, però, il martire potrebbe essere stato un cittadino di Aquileia, amico di tre fratelli anch'essi santi: Canzio, Canziano e Canzianilla.
La chiesa romana ne conserva delle reliquie: di una mano, e del cranio. Sono arrivate non si sa come, nel Quattrocento. Ma rubate due volte. La prima nel 1846: restituite quattro anni più tardi. Poi, di nuovo verso il 1960, con la teca reliquiaria che custodiva i resti. Abbandonate dai ladri, dopo pochi giorni, a Santa Maria in Trastevere, ma senza l'involucro. Ora sono sull'altar maggiore. A San Canzian d'Isonzo è invece un sarcofago del IV secolo, vuoto, ma con il suo nome iscritto sulla fronte. E' stato eternato più volte in pittura: a cavallo, nella chiesa di San Trovaso a Venezia, e nei mosaici di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, giusto per esemplificare.

LA COPIA
Un grande dipinto che ne ritraeva la gloria era anche stato eseguito da Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino: era sul soffitto della chiesa, ma purtroppo è sostituito da una copia. L'originale è stato venduto in Inghilterra nel 1808, e si trova alla Stafford House di Londra; uno tra i tanti capolavori di cui il nostro Paese, specialmente nel XIX e nel secolo successivo, si è incredibilmente disfatto.
Qui, resta però parecchio dell'antico e, poi, dei rifacimenti, sei metri sopra la chiesa originaria. Il primo, nel 1123, a opera del cardinale Giovanni da Crema, che erige anche il campanile (ma la cuspide è del Seicento), e c'è un mosaico, nella parta bassa dell'abside, forse di Pietro Cavallini. Borghese rifà tutto: muta il portico medievale; in facciata un finestrone rende più luminoso l'interno, tra l'altro con un soffitto a lacunari dipinti dei più belli; il campanile diventa quasi una torre difensiva (quella degli Anguillara, ora la Casa di Dante, è proprio di fronte); dappertutto ci sono decorazioni e festoni; il baldacchino presbiteriale è «barocchizzato», e con una cupoletta; alla destra del coro compare la cappella Poli (o del Sacramento) di Gian Lorenzo Bernini, mentre i busti dei due cardinali defunti sono dell'allievo Giulio Cartari. Sul fianco destro della chiesa, c'è ancora qualcosa dell'antico, e imponenti le 22 colonne di granito che dividono le navate. Ma il Guercino sul soffitto è soltanto una copia. Dalla sacrestia si può scendere; per accedere ai secoli precedenti.