Primo passo, un sopralluogo delle forze dell'ordine a via Candoni per capire quali sono i punti più sensibili dove intervenire. Quindi, verranno rafforzati i controlli da parte delle forze dell'ordine intorno all'area e saranno installate barriere fisse e nuove telecamere. Tutto per evitare che i bus dell'Atac, in entrata e in uscita nel vicino deposito, siano ancora vandalizzati a colpi di sassaiole, partite dal campo nomadi. Anche se il Comune vorrebbe un trasferimento di parte dei suoi 800 occupanti in altre strutture della città, come la più tranquilla Castel Romano.
Arrivano dalla Prefettura le prime mosse per risolvere il caos intorno all'insediamento di via Candoni, sorto agli inizi degli anni Duemila nei pressi della Magliana. Uno dei più degradati e popolosi della Capitale: 15mila metri quadrati il suo perimetro, un centinaio di container fatiscenti immersi nella sporcizia, soprattutto circa 800 persone ospitate, tra i quali 200 minorenni, spesso al centro di casi di cronaca nera e soprattutto impegnate in rappresaglie tra le varie etnie che lo compongono.
Ieri pomeriggio si è parlato della questione al Comitato per l'ordine pubblico e per la sicurezza a Palazzo Valentini, coordinato dal prefetto Bruno Frattasi.
ALLEGGERIMENTO
Il Campidoglio, tra le varie ipotesi, sta anche valutando la possibilità di alleggerire il campo, spostando alcune famiglie in altri insediamenti in città, come quello di Castel Romano. Soluzione che verrà discussa soltanto in un secondo momento, vista la complessità di trovare nuovi spazi per questi rom. Intanto, ieri in Prefettura, sono state delineate le prime linee di intervento: in primo luogo il prefetto ha chiesto alle forze dell'ordine, agli uomini della polizia locale e agli stessi addetti dell'Atac di fare un sopralluogo a via Candoni per capire quali sono i punti, dove ampliare i controlli. Anche perché ci sono spazi tra il deposito e l'insediamento dei nomadi che non sono soggetti a sorveglianza. L'idea è da un lato di incrementare i controlli - al momento stazionano due pattuglie dei vigili davanti ai due ingressi del campo - dall'altro di installare i cosiddetti presidi di sicurezza passiva intorno alla rimessa: cioè telecamere e una rete nei punti da dove è più facile lanciare pietre contro il deposito e i mezzi che da qui escono o rientrano. Non si escludere neppure di aumentare anche il numero di vigilantes dell'azienda. L'importante, spiegano da Palazzo Valentini, è garantire la sicurezza dei dipendenti di Atac e dei passeggeri e la fine degli attacchi alle sue vetture. C'è la volontà di rendere operative queste misure nelle prossime settimane. Tutte le parti in causa, poi, sono pronte a risedersi al tavolo per valutare misure più strutturali.
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