Roma, l'incendio del Ponte di Ferro è doloso ma la Procura archivia: «Il colpevole non si trova»

In un video si vede qualcuno appiccare le fiamme. L'incendio, nel 2021, ha distrutto parte della struttura

Roma, l'incendio del Ponte di Ferro è doloso ma la Procura archivia: «Il colpevole non si trova»
di Michela Allegri
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Lunedì 3 Ottobre 2022, 06:29

Le fiamme sono state appiccate dal basso, tra le sterpaglie e tra le baracche in riva al fiume, e poi hanno divorato il Ponte di Ferro. La procura non ha dubbi: quello divampato nella notte tra il 2 e il 3 ottobre dello scorso anno, è un rogo doloso. Agli atti dell'inchiesta, oltre alle testimonianze di alcuni residenti, c'è anche un video sgranato che immortala la scintilla poi diventata una lingua di fuoco. A distanza di un anno dai fatti, però, trovare il responsabile sembra ormai impossibile. Per questo motivo il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pubblico ministero Valentina Margio hanno deciso di chiedere l'archiviazione dell'inchiesta.
Le piste seguite dagli inquirenti sono state diverse. L'ipotesi del dolo è scattata praticamente subito: nel filmato, ripreso dalle telecamera di sorveglianza della caserma dei sommozzatori dei vigili del fuoco, si vede chiaramente l'innesco del rogo.

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L'INNESCO
Si nota qualcuno appiccare le fiamme nella favela di baracche che si trova sotto le arcate del ponte. Immagini che bastano per escludere una delle prime ipotesi: quella del corto circuito. Agli atti del fascicolo ci sono anche le testimonianze di alcuni residenti della zona: hanno detto di essersi affacciati alla finestra la notte del rogo e di avere visto movimenti sospetti nell'area dell'accampamento di fortuna di un gruppo di clochard, appena prima della comparsa delle lingue di fuoco. Hanno anche aggiunto di avere notato alcune persone allontanarsi di corsa, poco prima che le fiamme inglobassero il ponte sul Tevere che collega via del Porto Fluviale a via Antonio Pacinotti, tra i quartieri Ostiense e Portuense.
Tra le ipotesi iniziali degli investigatori c'è anche quello di un gesto dovuto all'esasperazione dei cittadini che abitano nella zona: per mesi la situazione di degrado della banchina sotto al ponte è stata ininterrottamente segnalata e denunciata, ma la favela non è stata mai rimossa.

Una pista che, però, non ha portato risultati. I carabinieri del Nucleo investigativo e i colleghi della compagnia di Trastevere sono riusciti anche a individuare gli occupanti, ma dalle loro testimonianze non sono emersi dati utili a identificare i responsabili del rogo.

 


LE RESPONSABILITÀ
Il fatto che si tratti di un incendio doloso dovrebbe sollevare da eventuali colpe la pubblica amministrazione per il mancato intervento di riqualificazione. Il Campidoglio, infatti, sapeva che l'accampamento illegale sotto il Ponte dell'Industria si era da tempo trasformato in una baraccopoli, con erba alta, sterpaglie, fuochi accesi per cucinare, bombole e fornelletti da campeggio, scatoloni utilizzati come giacigli di fortuna. Alla fine del 2020 i Vigili del fuoco avevano denunciato il pericolo. La segnalazione era stata inviata alla Regione, anche se la pulizia extra delle banchine spetterebbe al Comune.

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