Roma, parco Verratti da discarica a zona di condivisione. I residenti: «Da un anno a questa parte è cambiato tutto»

Da discarica a zona di condivisione, murales, colori e addirittura saluti: è questa la storia di Largo Giuseppe Veratti che dopo tanti anni torna, in parte, a respirare un’aria nuova

Largo Veratti
di Giulia Banfi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Novembre 2022, 19:52

Siamo in zona Marconi, nel Municipio VIII, a pochi passi dalla metro B, lì dove il Tevere fa da confine in uno spazio abitato da storie, case, scuole, università. Uno spazio dove la principale via Guglielmo Marconi fa da spartiacque con una delle zona più conosciute per la movida romana, Ostiense. Ma vicino quella via, già solo a colpo d’occhio, osservando la cartina, si può intravedere un piccolo spazio verde che guarda l’Università degli Studi di Roma Tre: è il Parco Veratti, cuore del complesso di case dedicato allo studioso Giuseppe Veratti.

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Parco Verratti, il nuovo capitolo

Risaltato più volte alle cronache per prostituzione, rifiuti, furti, Largo Veratti prova ora a scrivere un nuovo capitolo, a mettere il punto e andare a capo, con una storia fatta di condivisione, cene di quartiere, cura del verde, arte e inclusione.

Il progetto "nDonnamo?"

Non a caso, forse, è proprio da lì che nasce una nuova buona pratica urbana, replicabile anche in altri quartieri.

Parliamo del percorso urbano interattivo “Donne nel mondo della Scienza” nell’ambito del progetto ‘nDonnamo? – Vie libere alle donne, che ha come principale scopo quello di affrontare il tema della visibilità e ruolo delle donne, proponendo una toponomastica alternativa di alcune vie di Roma.

Il progetto è nato un anno fa. Noi interveniamo con questo progetto su un’assenza nella nostra città, ci sono dei non detti che vogliamo far emergere. Questo è un quartiere popolare, non è un quartiere perfetto ma è stato fatto un grande investimento e una grande scommessa di rilancio urbano. Fino a qualche anno fa il parco era uno spazio abbandonato, in un posto strategico della nostra città, vicino al Tevere, all’università e alle scuole. Nel corso di questi anni abbiamo provato a rendere la zona più accogliente e vogliamo trasmettere a tutti i giovani il senso di una città più accogliente. Da tanti anni non si interveniva con lavori pubblici, ora la zona sta cambiando.” – ha dichiarato il presidente del Municipio VIII Amedeo Ciaccheri, durante l’inaugurazione del percorso urbano, nella cornice dell’evento OPEN MA®T – MILLENNIALS A®T WORK 2022 di Dominio Pubblico.

 

È un grande lavoro di tessitura urbana, partito per un’esigenza del territorio, perché in questo quadrante la toponomastica è tutta dedicata a scienziati uomini (ndr. Veratti, Marconi, Volterra) e in generale in tutta Roma abbiamo solo il 4% di strade intitolate a figure femminili (ndr. dato raccolto dall’Associazione Toponomastica femminile). Questo ci ha posto l’interrogativo di avviare un cambiamento, partendo dalla valorizzazione di alcune scienziate donne: Samantha Cristoforetti, Laura Bassi, Rosalind Franklin, Cecilia Payne, Ipazia. È un progetto di comunicazione a tutti gli effetti.” – così Maya Vetri, assessora alle politiche culturali e di genere del Municipio VIII, che ha seguito in prima linea il progetto.

Il progetto è un vero e proprio esempio di condivisione giovanile, già solo a partire da tutte le associazioni del territorio che hanno contribuito alla realizzazione, ognuna per la sua competenza specifica: l’associazione giovanile dei Global Shapers di Roma, nata per iniziativa del World Economic Forum; l’associazione Toponomastica femminile; l’Associazione culturale formaScienza; l’Università Roma Tre.

Da un anno a questa parte è cambiato tutto. È tutto più colorato, prima qui c’era una discarica, io ci vivo da 60 anni, ora la gente si saluta pure” – è il commento di un residente che ogni giorno si prende cura dell’orto urbano, un altro progetto partito ormai tempo fa all’interno del Parco Veratti in cui ogni residente può scegliere una parte di terreno e prendersene cura. Al momento sono 80 gli orti urbani in condivisione, che si affiancano a questo nuovo progetto di inclusione urbana.

Appena siamo arrivati per realizzare i murales le persone ci hanno accolto aprendo i tavoli e invitandoci a cena. L’arte urbana pone sempre un punto di frattura, ma qui sul territorio si lavora da anni sul tema della condivisione, dell’inclusione e dell’accessibilità, e questo fa la differenza.” – è, in conclusione, il commento di Tiziano Panici di Dominio Pubblico.

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