Francesco Vitale, il Pr morto alla Magliana: trovate macchie di sangue in casa

Nell’appartamento dal quale è precipitato Vitale il Ris ha trovato tracce ematiche. Gli autori del sequestro lampo avrebbero tentato di ripulire i locali con la varechina

Francesco Vitale, il Pr morto alla Magliana: trovate macchie di sangue in casa
di Valentina Errante
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Giovedì 2 Marzo 2023, 00:26

C’erano tracce di sangue visibili a occhio nudo nell’appartamento al quinto piano di via Pescaia, alla Magliana, dal quale è caduto la scorsa settimana il pr barese Francesco Vitale. I locali erano in disordine, ma quando gli uomini del Ris dei carabinieri sono arrivati per gli accertamenti hanno subito avvertito un fortissimo odore di varechina. Evidentemente le persone che hanno sequestrato Vitale avrebbero tentato di ripulire, ma alcune tracce sembrano sfuggite a chi si era dato da fare per cancellare ogni possibile prova.
Adesso saranno gli accertamenti irripetibili a stabilire se le macchie ematiche fossero dell’uomo arrivato da Bari per un appuntamento che gli sarebbe poi costato la vita. 

L’ipotesi è che Vitale, morto per i traumi dovuti alla caduta da quindici metri, possa essere stato sequestrato e picchiato.

I pm Francesco Cascini e Francesco Minisci, titolari del fascicolo, non escludono che il pr barese, che aveva contratto debiti per 500mila euro, possa essere stato buttato giù, anche se si valuta l’ipotesi che sia caduto nel tentativo di sfuggire ai suoi aguzzini. Il sequestro lampo avrebbe avuto come obiettivo la riscossione dell’ingente credito. L’inchiesta punta sui rapporti tra “Ciccio Barbuto”, così si chiamava sui social la vittima, e la malavita. Si parte dai contatti con personaggi come Daniele Carlomosti e l’ex calciatore Alessandro Corvesi, noti per avere elaborato violentissime strategia per il recupero di crediti di droga. E le indagini del nucleo Investigativo puntano al mondo del narcotraffico. 

TRACCE EMATICHE

Il proprietario dell’appartamento, indagato per sequestro di persona, interrogato dai carabinieri del nucleo Investigativo, ha sostenuto che la mattina del 22 febbraio, quando Vitale è volato giù da casa sua, non fosse in casa. E anche sulle tracce di sangue la sua versione non ha convinto. L’uomo ha sostenuto di essersi tagliato alcuni giorni prima e che quelle macchie risalgano alla ferita che si era procurato. 
Le verifiche e le comparazioni con il sangue di Vitale potranno tuttavia essere eseguite solo quando la dinamica di quanto accaduto sarà più chiara: dovranno prima essere identificate tutte le persone sospettate di avere partecipato al “pestaggio”, dal momento che si tratta di accertamenti irripetibili ai quali dovranno partecipare anche i difensori di eventuali indagati e le prove dovranno essere utilizzabili in un eventuale processo. 

LO SCENARIO

L’esame dei tabulati telefonici e delle celle agganciate dal cellulare di Vitale dovrebbe consentire di ricostruire le ultime ore di vita del pr. Il telefono è scomparso, così come i documenti dell’uomo, identificato solo grazie alle impronte digitali. Circostanze che avvalorano l’ipotesi del sequestro. Delle preoccupazioni per quei 500mila euro Vitale aveva parlato anche con il fratello che, non avendo sue notizie, aveva presentato una denuncia a Bari facendo però riferimento a debiti di gioco. Martedì, il 45enne - animatore delle serate di club cult come l’Amnesia di Ibiza, era partito da Bari insieme alla compagna. Era venuto a Roma per il suo ultimo appuntamento che si è concluso in via Pescaia; lei era andata a Napoli, dalla famiglia. Da quel giorno non si è saputo più nulla. Mercoledì il corpo era nel cortile interno dell’appartamento alla Magliana. 

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