Roma: trasporti, rifiuti e nomine, maggioranza all'attacco. «La giunta cambi passo». Riunione tesa con Gualtieri

Gli scontenti contestano i ritardi sulle principali emergenze della Capitale

Roma: trasporti, rifiuti e nomine, maggioranza all'attacco. «La giunta cambi passo». Riunione tesa con Gualtieri
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 06:50

Roberto Gualtieri si è presentato davanti agli scontenti con un ramoscello di ulivo. Infatti ha esordito, promettendo «maggiore collegialità». Ma i toni sono subito cambiati e ha scandito un secco: «Non ci sarà nessun rimpasto di giunta». Vertice molto teso e franco, ieri pomeriggio nella Sala delle Bandiere, tra il sindaco e i 18 consiglieri del Pd. Anticipato da una seduta dell'Assemblea capitolina, durante la quale la maggioranza si è ritrovata tre volte senza numero legale, nonostante il provvedimento più impegnativo fosse la creazione di aree per garantire ai riders spazi dove pranzare e riposarsi.

La situazione è tesa in Campidoglio: anche se con toni e posizioni diversi, qui 12 consiglieri del Partito democratico non nascondono più le loro critiche alla macchina amministrativa.

Guai a parlare di fronda omogenea: ci sono esponenti vicini alla corrente Area dem, altri che si dicono zingarettiani ma sono ormai vicini all'assessore regionale uscente Massimiliano Valeriani. In questa partita molto peso hanno gli schieramenti per le Regionali. Soprattutto sei di loro presiedono importanti commissioni centrali. Anche ieri il fronte ha messo insieme in un unico calderone di rimostranze i ritardi della giunta su temi importanti (trasporti e rifiuti in primis), le poche delibere arrivate ed approvate in un Consiglio che funziona a scartamento ridotto, la mancanza di concertazione sulle principali questioni così come sulle nomine.

Ufficialmente la riunione di ieri era stata indetta per discutere del salvataggio di Multiservizi (la partecipata tornerà interamente in capo ad Ama) e il bilancio. Solo in seguito si sarebbe dovuto parlare del resto. Come il sindaco ha finito di illustrare la delibera sull'azienda, e prima di passare al budget, Andrea Alemanni, pd della corrente di Area dem, è sbottato: «Non c'è il clima giusto per portare in Aula le delibere». Non contento, ha anche denunciato «un atteggiamento predatorio sulle nomine».

Per la cronaca proprio le diverse posizioni tra Alemanni, in qualità di presidente della commissione Commercio, e l'assessore che segue questa materia, Monica Lucarelli, hanno finito per far congelare l'approvazione di provvedimenti come la rotazione degli ambulanti. In ogni caso, Gualtieri, sentite le sue parole, non si è trattenuto: «Non accetto questi discorsi e non accetto che venga bloccata l'azione del Comune». Quindi ha smentito di «avere correnti di riferimento» e sulle nomine ha aggiunto che gli ultimi arrivati in Campidoglio, come Patrizia Prestipino o Marco Vincenzi, sono figure di «grande professionalità».
Sempre durante la riunione del Pd, ma senza però usare toni bellicosi, altri consiglieri del fronte degli scontenti (Daniele Parrucci, Gianmarco Palmieri o Yuri Trombetti) hanno chiesto al sindaco maggiore coinvolgimento del Consiglio, un'accelerazione sui provvedimenti più importanti e una figura di raccordo con la giunta come uno dei vicecapo di gabinetto. Gualtieri ha garantito un maggiore collaborazione.

 

MUNICIPI

In Campidoglio le tensioni non si registrano solo tra giunta e consiglieri. Ieri - durante un vertice a tre tra gli assessori Barbara Funari (Welfare), Monica Lucarelli (Sicurezza) e Eugenio Patanè (Trasporti) - erano diverse le posizioni sullo sgombero del campo rom di via Candoni. Necessario anche perché alcuni ospiti sono soliti prendere a sassate gli autobus che escono o rientrano nel vicino deposito Atac. Il tema oggi sarà anche al centro del Comitato per l'ordine pubblico in Prefettura. E non pochi mugugni si registrano anche tra i presidenti dei Municipi, tutti tranne Nicola Franco del VI targati Pd: il Campidoglio ha formalizzato l'assunzione dei 28 dirigenti assunti con il consorsone voluto dalla giunta Raggi, 11 andranno proprio nei Municipi. Ma i minisindaci hanno saputo della cosa soltanto dopo la pubblicazione dell'ordinanza del sindaco. E si sarebbero lamentati perché da Palazzo Senatorio nessuno aveva concordato con loro come riempire queste caselle.

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