Recovery Plan, Virginia Raggi: «La pazienza di Roma al limite, subito poteri e fondi per la Capitale»

Recovery Plan, Virginia Raggi: «La pazienza di Roma al limite, subito poteri e fondi per la Capitale»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 22:41 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 15:50

 «Il governo non abusi della pazienza dei romani». È il messaggio in bottiglia che Virginia Raggi spedisce a Palazzo Chigi, dopo che Il Messaggero ha svelato l’assenza, nella bozza italiana del Recovery Fund, di quel «progetto importante per la Capitale» promesso dal premier Giuseppe Conte due mesi fa. La sindaca non vuole strappi, nonostante questo nuovo affronto. 


LEGAME SOLIDO
Col presidente del Consiglio ha sempre sfoggiato un legame solido, ma stavolta, racconta chi l’ha sentita nelle ultime ore, dall’esecutivo giallorosso si aspetta risultati.

Tradotto: soldi e poteri adeguati per la Capitale. Il tempo, fa capire, è agli sgoccioli. Da qui la stoccata, dal sapore vagamente ciceroniano: «Il governo non abusi della pazienza dei romani - dice Raggi - Servono subito i poteri speciali». E naturalmente fondi adeguati, senza sciupare l’occasione del Recovery Fund. «Roma e i suoi cittadini - va giù duro la sindaca - meritano di essere presi sul serio. Vorrei ricordare a tutti che i romani sono stati esemplari nel rispetto delle regole per il Covid e che ora è arrivato il momento di dare risposte concrete alle persone». La bozza di ddl sui poteri speciali per Roma, firmata dal M5S, ha compiuto un anno. E non si è mossa dai corridoi di Montecitorio, pur essendo peraltro una riforma soft, dieci articoli, soprattutto a saldo zero, perché l’operazione, c’è scritto, sarebbe «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». 


Ma nemmeno quel testo è mai approdato in Aula. «I poteri speciali servono», incalza Raggi, convinta che la dimostrazione sia data «dai tanti cantieri che stiamo aprendo in questi mesi grazie ad una semplificazione delle norme. È quello che chiediamo da anni».
Poi c’è appunto il Recovery Fund. «Sfruttiamolo per rilanciare l’economia del Paese e della città - ragiona la sindaca - Si deve riconoscere a Roma il ruolo di Capitale e di guida dell’Italia. Se cresce Roma, cresce il Paese». Non basta insomma qualche progetto isolato, come la Roma-Pescara inserita nella bozza del governo. Per Raggi, «in questo momento di grave crisi economica e sociale bisogna puntare su tre priorità: dare un lavoro a chi purtroppo l’ha perso e non ha prospettive per il futuro, investendo soprattutto sul turismo e sul commercio che sono uno degli assi principali di Roma»; poi parla di un piano di «edilizia popolare e rigenerazione urbana», da definire.
FRONTE BIPARTISAN
E ancora: con i fondi del Recovery «vogliamo dotare la città di nuove infrastrutture come tram, metropolitane e sistemi tecnologici di ultima generazione». Il concetto di fondo è uno, sostiene Raggi: «Dobbiamo far girare l’economia».
Per centrare l’obiettivo, evitare che Roma finisca ai margini della partita per i fondi Ue, la sindaca grillina sa che serve uno schieramento largo. Del resto in Parlamento si muove da giorni il deputato dem Claudio Mancini, che sulla proposta di un “Recovery Roma” ha raccolto numerose adesioni bipartisan. «È una battaglia che non ha colore politico - conclude Raggi - va fatta nell’interesse della città».

 

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