Roma: metro, autostrade, rifiuti. Ecco i dieci progetti per rilanciare la Capitale

Roma: metro, autostrade, rifiuti. Ecco i dieci progetti per rilanciare la Capitale
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 30 Dicembre 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 06:51

La linea è stata già tracciata. Dieci progetti da presentare al governo con maggiori chance di entrare nella lista di quelli finanziati con il Recovery fund. Una cabina di regia tra Campidoglio e imprese, che accanto alla programmazione degli interventi da fare, sappia scrivere una candidatura credibile per l'Expo del 2030 e nel contempo abbia forza e autorevolezza per fare pressione sull'esecutivo. Anche nella definizione delle opere per il Giubileo del 2025. Ieri, da Palazzo Senatorio, è partita la lettera con la quale Virginia Raggi ha chiesto alle associazioni datoriali (Unindustria, Confcommercio, Cna, Confesercenti e la Camera di Commercio), ai principali gruppi nazionali e stranieri e alle partecipate statali di sedersi intorno a un tavolo per disegnare assieme il futuro della Città eterna. Una missiva che segue quella mandata l'altro ieri e destinata ai capigruppo dei partiti di opposizione in Aula Giulio Cesare e alle parti sociali, sindacati in testa, per giocare una partita più politica, soprattutto sul fronte dei poteri speciali, delle nuove competenze istituzionali. Ma in Campidoglio guardano soprattutto a un asse con il mondo produttivo per strappare le risorse necessarie per il rilancio della città.

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Il cronoprogramma

I tempi sono molto stretti, con la prima riunione che deve tenersi a inizio anno, se si vuole far cambiare idea al governo, che dalle prime bozze del Recovery è sembrato aver dimenticato Roma.

In quest'ottica, dietro le quinte, gli sherpa del Comune e i rappresentanti delle imprese avrebbero già iniziato a parlarsi e, soprattutto, deciso che non ha senso presentare al governo una lista con 159 progetti del valore di 25 miliardi. Le priorità infatti sarebbero state già delineate e molte riguarderebbero il versante infrastrutturale, anche perché ogni euro investito in questa direzione ne genera almeno tre di Pil. In quest'ottica, a Palazzo Chigi, il Campidoglio e il mondo delle imprese faranno pressioni su quelle opere che lo stesso governo Conte ha avallato con i commissariamenti: ci sono la nuova Ferrovia Roma Pescara (6,7 miliardi di euro, dei quali 200 milioni destinati al trasporto merci), il completamento della superstrada Orte Civitavecchia, valore 476 milioni, oppure la velocizzazione della Pontina, con 2 miliardi di euro che ha già trovato la Regione.

Guardando al perimetro della Capitale, spazio all'Anello ferroviario di Roma (547 milioni), con Ferrovie, il Comune e la stessa Regione che hanno anche concordato un piano di riqualificazione nelle periferie attraversate dal percorso. Ma parallelamente deve andare a compimento il prolungamento delle metropolitane di Roma (la A, la B e la C): per collegare il Centro verso Monte Mario, Casal Monastero, Clodio o Grottarossa servono circa 6,450 miliardi di euro, mentre altri 2 miliardi sono attesi per la futura metro D. Meno di un miliardo può essere sufficiente per realizzare 9 nuove tramvie.

Ma oltre alle infrastrutture per la mobilità, il Recovery fund guarda anche ad altre due direttrici: la rigenerazione urbana e rilancio sociale del territorio. Con le cosiddette Isole ambientali e pedonali su Roma potrebbe piovere mezzo miliardo per riqualificare il centro storico. Sul fronte dei rifiuti, sessanta milioni si attendono per un nuovo Tmb e altri 68 milion per gli impianti per il trattamento organico. Sempre in nome dell'ambiente, la Ue potrebbe consentire al Campidoglio di rinnovare a costo zero la flotta dei vecchi euro 4 dell'Atac con 160 milioni.

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