Roma, congelati gli aumenti (di 1.500 euro) dei consiglieri comunali: faro della Corte dei Conti

Rinviato il parere: i magistrati chiedono al Viminale di calcolare la spesa prevista

Roma, congelati gli aumenti (di 1.500 euro) dei consiglieri comunali: faro della Corte dei Conti
di Francesco Pacifico
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Venerdì 20 Gennaio 2023, 06:38

In Aula Giulio Cesare il primo aumento era atteso nella busta paga di novembre. Circa millecinquecento euro in più al mese, con il passaggio dal gettone di presenza alla più sicura indennità di funzione, contributi per la pensione compresi. Come avviene per i parlamentari. Invece, se tutto va bene, i 48 consiglieri comunali dovranno aspettare almeno fino a maggio per ottenere la maggiorazione. La Corte dei Conti ha congelato l'incremento salariale per gli eletti capitolini, muovendo un'osservazione non di poco conto al decreto firmato dai ministeri dell'Interno e dell'Economia: di quanto cresce la spesa per le casse di Roma Capitale? Un numero che, a quanto pare, mancherebbe nello stesso atto e che in queste ore stanno calcolando i tecnici sull'asse Viminale-Campidoglio.

PREOCCUPAZIONI
La notizia non è piaciuta ai consiglieri e sta creando non poche preoccupazioni.

Prima che si sapesse la causa dello stop, racconta un esponente dell'opposizione, «i nostri colleghi della maggioranza ci hanno chiesto di fare pressioni sui parlamentati e i ministri del centrodestra per velocizzare la pubblicazione del decreto del ministero degli Interni e del Mef sulla Gazzetta Ufficiale». Il tema è stato al centro anche del teso vertice di martedì scorso tra il sindaco Roberto Gualtieri e la pattuglia in Aula Giulio Cesare del Partito democratico. Quello che ha acuito le proteste del cosiddetto fronte degli scontenti: accanto alle richieste di maggiore collegialità sui provvedimenti della giunta o sulle principali nomine, in molti - alcuni con toni accorati, altri più rabbiosi - hanno chiesto al primo cittadino di sbloccare la pratica. Ma Gualtieri può fare poco, se non attendere che si concluda anche questo passaggio alla Corte dei Conti.

L'aumento per gli eletti dal Campidoglio è previsto da un decreto del 2010, il 156 del 2010, che a sua volta applica i principi della 42 di due anni prima sul federalismo fiscale: si riconosce loro il passaggio all'indennità da calcolare in proporzione agli emolumenti del sindaco. Nel luglio scorso - dodici anni dopo e con una delibera di giunta passata anche in Consiglio quasi con il voto di tutti - è stato stabilito che ai consiglieri andrà il 45 per cento di quanto prende il primo cittadino. In estrema sintesi, si sarebbe passati a 5.210,83 euro lordi al mese nel 2022, a 5.268 nel 2023 e a 6.210 euro nel 2024. Ma per avere tutti i soldi, bisogna garantire la presenza al 60 per cento delle sedute dell'Aula.

A certificare la decisione del Campidoglio, sempre come previsto dal decreto 156, un decreto firmato sia dal ministero dell'Interno sia da quello dell'Economia. Che non si sono messi traverso. Ma il provvedimento è stato bloccato dalla Corte dei Conti, che deve dare un parere vincolante e ha mosso un'osservazione sulla cosiddetta invarianza di spesa. Cioè quanto costa l'aumento alle casse del Campidoglio, che per il patto di stabilità interno deve chiudere il bilancio in pareggio. Senza un euro di debito. Il Viminale ha 30 giorni per presentare il suo rilievo, cioè la risposta, la magistratura contabile altri 60 per dare l'assenso o chiedere ulteriori delucidazioni. E l'attesa in Aula Giulio Cesare si allunga.

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