Primo faccia a faccia tra i candidati a governatore del Lazio ieri nella redazione dell'Adnkronos. Francesco Rocca (centrodestra) è stato il più pungente, sottolineando appena poteva «che Pd e M5S hanno governato assieme in Regione». Sempre sorridente Alessio D'Amato, centrosinistra e Terzo Polo, l'unico ad annunciare parte della sua giunta (Luigi Manconi e Alessandra Sartore) se sarà eletto. Mentre Donatella Bianchi (Cinquestelle), da consumata star della tv, è apparsa molto concisa. Il termovalorizzatore, la sanità con le liste d'attesa, i trasporti, l'autonomia differenziata fino ai futuri stadi di Roma e Lazio: intervistati dal direttore dell'Adnkronos Gian Marco Chiocci i tre candidati si sono soffermati sul loro programma. Un confronto con toni bassi e senza sussulti, che si è accesso soltanto alla fine quando Rocca ha accusato, senza specificare a chi si riferisse, che «qualcuno fa partire articoli che parlano di me nelle chat personali del suo telefono», mentre D'Amato ha detto di «non sentirsi isolato» e Bianchi si è scagliata anche lei contro «le campagne elettorali che si fondano sui veleni. Mi hanno chiesto di dimettermi da qualunque cosa».
PROPOSTE
Sulla Sanità Bianchi sottolinea che «va aumentato il presidio in tutti i territori». Rocca guarda alla digitalizzazione per superare le lunghe liste d'attesa. «Oggi si usano ancora i fax per trovare i posti letto». D'Amato, assessore uscente alla Sanità, rivendica il suo lavoro: «Si fanno delicate operazioni al cervello anche negli ospedali di provincia». E ricorda le stabilizzazioni del personale e che è partita la costruzione di nuovi ospedali. Dai tre poi un appello contro l'astensione - «Ci preoccupa» - e se D'Amato annuncia nella sua giunta Manconi e Sartore, Rocca fa sapere che «il programma arriverà al massimo lunedì», mentre Bianchi parla di tanti contatti per creare «una squadra di competenti».
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