Bugani, missione Campidoglio per preparare il bis di Raggi

Virginia Raggi e Massimo Bugani
di Simone Canettieri
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Venerdì 27 Settembre 2019, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 12:08

«Io il Falcão di Virginia? Ma no, troppo buoni: al massimo mi sento Sebino Nela». Max Bugani ci scherza su e minimizza. Il suo approdo in Campidoglio come capo-staff della sindaca Raggi è però una mossa pesante e, come ammette il diretto interessato, di prospettiva. Il colpo di calciomercato arriva dopo il maxi rimpasto dei giorni scorsi: via quattro assessori tecnici, dentro quelli politici. Entrambe le operazioni guardano a una data: primavera 2021. E a un obiettivo: la ricandidatura di Virginia Raggi in Campidoglio. Il contenitore è ancora tutto da costruire (liste civiche, intese con la sinistra) ma i vertici del Comune grillino confermano a Il Messaggero questa intenzione.

Intanto da ieri nel motore di Palazzo Senatorio c'è Bugani: personaggio di primo piano del M5S. Storico consigliere comunale di Bologna, numero due dell'associazione Rousseau e dunque molto vicino a Davide Casaleggio, ma anche in ottimi rapporti con Beppe Grillo. C'è un però. Lo scorso agosto «Max» ha divorziato in maniera burrascosa dall'allora vicepremier Luigi Di Maio di cui era stato numero due della segreteria politica a Palazzo Chigi nel governo gialloverde. Uno strappo rumoroso, degna conclusione di un grande freddo con il Capo politico, alimentato da Bugani in più occasioni: sia nel volere un dualismo tra «Luigi e Dibba», sia nel chiedere le dimissioni di Danilo Toninelli da ministro dei Trasporti (per il via libera al passante di Bologna). Una storia finita male (Di Maio gli aveva anche dimezzato lo stipendio) al di là delle dichiarazioni distensive di fine agosto.
Fatto sta che d'ora in poi lavorerà per Raggi: contratto da circa 40mila euro all'anno, la metà di quanto guadagnava agli inizi a Palazzo Chigi.

IL RUOLO
Il nuovo capo-staff di Raggi dovrà essere il regista della «fase 2». A lui spetterà il compito di mettere in collegamento i ministri pentastellati con il Campidoglio per iniziare così a portare a casa risultati concreti per l'amministrazione. Una mission disperata? Non si sa, sicuramente complicata. L'umore sembra alle stelle: «Inizia una nuova sfida ed è proprio all'interno della sfida che si nasconde la felicità. Ringrazio di cuore Virginia Raggi e la sua squadra - continua Bugani - per aver pensato a me e per avermi assegnato un ruolo così importante».
La padrona di casa che notoriamente non ha un eccellente rapporto con Di Maio commenta entusiasta l'approdo di «Max»: «La sua passione e la sua esperienza per Roma e per il cambiamento».

In molti leggono la mossa come una resa dei conti interna a un Movimento destinato a cambiare pelle in futuro. In Campidoglio gli uomini più vicini alla Raggi glissano: «Pensiamo al futuro, che è ancora tutto da scrivere». E qui si ritorna alla prospettiva di una ricandidatura che al momento è osteggiata dalle nuove regole volute da Di Maio che concepiscono il mandato zero, ma non per i sindaci che sono già stati consiglieri comunali. Ma tutto può cambiare. «Personalmente credo che Virginia - dice il senatore Emanuele Dessì - meriti un'altra possibilità nel 2021, anche se capisco le nostre regole». Aggiunge Francesco Silvestri, vicecapogruppo alla Camera: «Bisogna capire bene il punto di caduta del mandato zero, ci sono grandi esperienze nel Movimento che vanno tutelate». Insomma, le manovre sono appena iniziate. Magari con il via libera di Grillo.
 

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