Roma Pride, Regione Lazio revoca patrocinio per edizione 2023: «No sostegno a chi promuove utero in affitto». Gualtieri: «Io in piazza»

La posizione della giunta Rocca: «Ribadiamo impegno sui diritti civili, ma manifestazioni non possono promuovere comportamenti illegali»

Roma Pride, Regione Lazio revoca patrocinio per edizione 2023: «No sostegno a chi promuove utero in affitto»
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Lunedì 5 Giugno 2023, 18:12 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 09:36

Roma Pride 2023. La Regione Lazio revoca il patrocinio alla manifestazione. Lo comunica la stessa giunta regionale sottolineando che sebbene «ribadisce il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto, l'operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca», la firma istituzionale della Regione Lazio «non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto».

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Roma Pride, la Regione revoca il patrocinio

La decisione, spiega l'ente a guida centrodestra, ha preso la decisione (definita «necessaria e inevitabile») a seguito «delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell'evento intitolato "Queeresistenza", consultabile pubblicamente sul sito della kermesse». Affermazioni che «violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio». In particolare, sottolinea la Regione, il testo «viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l'imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall'ordinamento italiano».
 


La nota della Regione

La firma istituzionale della Regione Lazio - continua la nota - «non può, nè potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto.

E ciò anche alla luce di quanto dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride».

Inoltre, la Regione Lazio, esprime «rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un'occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia - fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione - per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione». La Giunta del Lazio ribadisce «il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto, l'operato pluriennale del presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che però nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata».

La posizione del Campidoglio

«Il Roma Pride è una manifestazione importante per la comunità Lgbt+ e per tutti i cittadini che combattono le discriminazioni e sostengono i diritti. Per questo Roma Capitale ha assicurato il proprio patrocinio e per questo sabato sarò in piazza per il Pride». Così su Twitter il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

La reazione degli organizzatori

«Che la Regione Lazio abbia revocato oggi il patrocinio alla manifestazione 'Roma Pride 2023' è soltanto una vergogna. Pro Vita ordina e la politica esegue». Così all'Adnkronos Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e portavoce del Roma Pride. «Eravamo entusiasti che la Regione Lazio avesse deciso di continuare a sostenere la nostra manifestazione, poi all'improvviso hanno visto il documento politico sulla nostra piattaforma e hanno deciso di revocare il patrocinio. È avvenuto - spiega il portavoce di Roma Pride - dopo che Pro Vita ha lanciato dei post sui social in cui si chiedeva il ritiro del sostegno alla manifestazione». «Ma la Regione Lazio non è di tutti i cittadini? Da una parte, la Giunta asserisce che vuole difendere i diritti di tutti, poi però revocano il patrocinio su una manifestazione che rivendica i diritti di una intera comunità», conclude Colamarino.

La posizione di Pro Vita

«Accogliamo con favore il ritiro del patrocinio della Regione Lazio al gay Pride dopo la denuncia di Pro Vita & Famiglia», afferma di contro Jacopo Coghe, portavoce di 'Pro Vita & Famiglia Onlus'. «Supportare i Pride significa infatti dare man forte a chi vuole legalizzare l'utero in affitto, il matrimonio egualitario, le adozioni per coppie dello stesso sesso, le trascrizioni anagrafiche per i 'figlì delle coppie gay, ma anche legittimare l'identità di genere, il self-id, i progetti gender nelle scuole di ogni ordine e grado, e la carriera alias in tutti gli istituti di istruzione - conclude - Auspichiamo che non si ripetano più errori che potrebbero costar caro in termini di salute, benessere e rispetto dei diritti di donne, bambini, adolescenti e delle famiglie italiane».

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