Forza Nuova a rischio scioglimento. Da Draghi scossa al Viminale: arriva la stretta sui cortei

Le immagini della violenza in strada e dell’aggressione al palazzo della Cgil hanno fatto il giro del mondo e il premier ha chiesto interventi urgenti

Forza Nuova a rischio scioglimento. Da Draghi scossa al Viminale: arriva la stretta sui cortei
di Cristiana Mangani
5 Minuti di Lettura
Domenica 10 Ottobre 2021, 23:49 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 19:37

C’è chi evoca Firenze e il “modello Serra”, dal prefetto che è riuscito a contenere una massa enorme di manifestanti dopo il disastro del g8 di Genova. Chi ricorda la giusta strategia adottata nella guerriglia contro l’Expo a Milano. Nel bilancio post manifestazione No Green pass si valuta cosa non ha funzionando e si cerca di correre ai ripari. Gli arresti dei 12 manifestanti che hanno assaltato la sede della Cgil a Roma vengono considerati come una prima risposta forte. Ma le immagini della violenza in strada e dell’aggressione al palazzo del sindacato hanno fatto il giro del mondo, e il premier Draghi ha chiesto interventi urgenti. Prima di tutto pianificare meglio le manifestazioni, proprio quello che sembra essere mancato a Piazza del Popolo. Dovranno essere manifestazioni statiche, sit-in, e i partecipanti dovranno fornire più indicazioni possibili sui tempi e le presenze. Nel frattempo, tutti gli obiettivi sensibili andranno presidiati al meglio. Da qui a fine anno, infatti, sono previste riaperture, l’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass, vertici internazionali. E una piazza fuori controllo è un rischio che non si può proprio correre.

Scontri a Roma, flop prevenzione: la scelta (discutibile) di tollerare gli eccessi

Umberto I, un infermiere dopo l'assalto: «No Green pass arrivato in ospedale ci urlava "siete degli schiavi". Poi ha colpito una collega»

Le reazioni

Gli addetti ai lavori non negano le difficoltà, la preoccupazione è alta. La protesta No vax, No Green pass, è fatta anche di reazioni estemporanee, e spesso è difficile prevedere come si muoverà. È successo sabato scorso e potrebbe ripetersi. Ma è proprio analizzando quanto è accaduto nel centro di Roma che al Viminale stanno predisponendo la strategia. Nelle scorse settimane le proteste nelle varie città d’Italia sono state caratterizzate da qualche momento di tensione, qualche lacrimogeno e poche cariche di contenimento. Gli accordi tra manifestanti e forze dell’ordine sono stati rispettati e i disordini non hanno lasciato traccia. I “No Green pass” arrivati a Roma avrebbero voluto un corteo in movimento ma non gli è stato autorizzato. Poi, però, la piazza si è riempita oltre le previsioni, Castellino è salito sul palco incitando la folla, Biagio Passaro, il ristoratore tra i leader di “Io apro” ha lanciato la carica verso la Cgil, e si è scatenato il caos. Le forze dell’ordine sono intervenute quando un gruppo di manifestanti ha raggiunto villa Borghese, mentre una ventina di facinorosi ha superato tutti ed è arrivato a corso d’Italia.

A quel punto, è successo l’inferno e dentro le stanze del sindacato, ripresi nei video, sono entrati quelli di Forza nuova ma anche una signora di 70 anni, pensionati, insegnanti, esaltati dal momento.

Video

E ora, al Viminale, sembrano avere ben chiaro che, oltre a una sottovalutazione della protesta, sono mancate “le informazioni”. Le comunicazioni che passano sulle chat e sui social non sono state adeguatamente controllate, oppure sono sfuggite. Regola numero uno della gestione di proteste e cortei: monitorare tutti gli ambienti. In attesa dei nuovi grandi eventi, mercoledì prossimo si terrà un Comitato per l’ordine e la sicurezza. Era destinato a trattare soprattutto le misure di sicurezza per il G20 previsto per il 30 e il 31 ottobre, dovrà farlo con l’incognita “no Green pass”. Nel frattempo, gli esponenti di Forza nuova, anche se “decapitati” dei vertici che sono finiti in carcere, hanno rilanciato la minaccia. «Il popolo ha deciso di alzare il livello dello scontro - hanno scritto in un comunicato - Fino a che il Green pass non verrà ritirato definitivamente la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi». Tutto questo mentre in ambienti di governo si sta ragionando sulla possibilità di sciogliere il partito di estrema destra.

I rischi

Restano, quindi, sul tavolo almeno tre motivi di preoccupazione: il primo, quel «salto di qualità» da parte delle frange più estreme che hanno infiltrato la protesta e che è stato chiarissimo nel momento in cui un gruppo di forzanuovisti ha puntato sulla sede della Cgil. Il secondo, nato dalla certezza che non sarà più possibile, come è stato nei mesi di emergenza Covid, adottare la sola strategia di “contenimento”, e questo significherà mettere in conto contrapposizioni più dure con i manifestanti. Il terzo, al netto di una sottovalutazione, riguarderà l’organizzazione delle proteste, che ormai viaggia solo su chat e social. Da qui la necessità di contromisure adeguate per intercettare queste dinamiche e non trovarsi più spiazzati, adeguando a questa nuova realtà i modelli di prevenzione e di ordine pubblico. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA