Expo, il Bureau a Roma. Gualtieri: «5,8 miliardi per cambiare la città»

Il presidente del Bie, Kerkentzes, ha visitato ieri con il sindaco le Vele di Tor Vergata. Oggi doppio incontro: prima Meloni, poi Tajani

Expo, il Bureau a Roma. Gualtieri: «5,8 miliardi per cambiare la città»
di Francesco Pacifico
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 07:32

Oggi Dimitri Kerkentzes è atteso a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il segretario del Bureau international des expositions - il Bie, l’ente che assegna l’Expo - intanto ieri ha visitato i terreni di Tor Vergata, dove l’Italia spera di ospitare i padiglioni dell’Esposizione nel 2030, forte di un investimento di quasi 6 miliardi di euro. E qui gli hanno mostrato le Vele, dove sorgerà il padiglione “Alt together” per illustrare i danni di uno sviluppo non sostenibile, «gli ingressi attraverso una foresta e non attraverso gate di metallo», gli spazi dove allestire il parco eolico più grande al mondo con pannelli a forma di ombrello o i primi scavi per riportare alla luce una villa romana. Il segretario del Bie è apparso molto interessato a capire se il progetto di prolungamento della metro, con lo “sfioccamento” a Torre Angela, fosse sotterraneo o in superficie. 

OTTIMISMO

In Campidoglio c’è ottimismo dopo il sopralluogo.

Ufficialmente il sindaco Roberto Gualtieri - che ha accompagnato Kerkentzes - ha mantenuto il massimo riserbo sui giudizi del segretario generale. Ma negli ambienti della politica capitolina, però, sottolineano che l’alto dirigente ama molto la Città eterna e fanno intendere che avrebbe apprezzato l’impegno del Comitato promotore guidato da Gianpiero Massolo come i propositi ambiziosi del progetto. E non avrebbe fatto una piega neppure quando un gruppo di pecore ha bloccato il corteo di auto destinato a Tor Vergata, sul quale viaggiava. Sì, perché per farlo entrare nello spirito della candidatura, il Comune ha deciso di percorrere il tragitto (Fori Imperiali, Appia Antica e Parco degli Acquedotti) dove entro il 2030 sorgerà una lunghissima ciclopedonale per congiungere il Centro storico con il sito di Expo.

La pista è uno dei progetti da realizzare nel 2030 e che riguarderanno tutta la città come il padiglione Teaser al Foro romano (a villa Rivaldi) o gli spazi di accoglienza alle stazioni Termini o Tiburtina. L’Italia mette in campo 5,8 miliardi di euro per gli investimenti: 2,210 miliardi serviranno per le infrastrutture di trasporto (il prolungamento della metropolitana, le tramvie, il parcheggio dei bus); 1,150 miliardi per il ciclo dell’acqua, iniziando dal rifacimento delle sponde del Tevere; 1,9 miliardi per la riqualificazione delle periferie. «E stimiamo ricavi per 50 miliardi - fa sapere il sindaco - Ma gli investimenti salgono a 18 miliardi se si contemplano anche le opere che verranno realizzate per il Giubileo e con i fondi del Pnrr. E che avranno un impatto su tutta la città».

Kerkentzes, sempre ieri mattina, ha incontrato anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, e la prima linea del Comune (assessori, consiglieri e alti dirigenti) in Campidoglio. Da qui, dopo un fugace pranzo alla Terrazza Caffarelli a base di gnocchi alla romana, è partito per Tor Vergata. Il segretario non voterà a novembre, quando i Paesi del Bie sceglieranno a chi affidare l’Expo tra Busan, Odessa, Riad e la stessa Roma. E per certi aspetti la stessa visita di ieri al “Foro del futuro” può apparire quasi routine rispetto all’appuntamento di oggi: sì perché Kerkentzes - che ha già effettuato un’identica missione in Corea del Sud e in Arabia Saudita - è venuto in Italia per capire se il sistema Paese è in grado di sostenere in tutta la sua interezza l’organizzazione e il lancio di Expo. Concetto che oggi dovrebbero ribadirgli, e in due diversi incontri ufficiali, sia il premier Giorgia Meloni sia il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Il capo del governo e il capo della diplomazia italiana. Un passaggio importante, perché c’è il bisogno del pieno appoggio pieno delle istituzioni, delle imprese e delle forze sociali: come hanno ribadito ieri il sindaco e il presidente del Comitato promotore, Roma nella sua candidatura non guarda a semplici padiglioni, ma propone un’Esposizione universale che finisca per essere una start up per lanciare «una grande città della scienza, dell’innovazione, della ricerca, dello sport e del verde» a livello internazionale, come la definisce Gualtieri. Per dirla con Massolo: «Delineiamo progetti insieme ai Paesi partner, che mirano a creare rapporti di collaborazione duratura e non di partecipazione a una mera fiera campionaria». Per poi concludere: «La partita è apertissima».

© RIPRODUZIONE RISERVATA