Ostia, parcheggiatore abusivo palpeggia un dodicenne: condannato a 8 anni

L’uomo di origini africane e con precedenti penali, è accusato di violenza sessuale aggravata: ha agito di fronte ai Cancelli a Ostia

Ostia, parcheggiatore abusivo palpeggia un dodicenne: condannato a 8 anni
di Erika Chilelli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Settembre 2022, 22:08 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 16:20

Lo ha condotto dietro ad una macchina con una scusa e poi ha abusato di lui tirandogli giù il costumino e palpeggiandolo. Il bambino, un dodicenne con disturbi della sfera emotiva, ha raccontato tutto alla mamma e al babysitter che si trovavano al mare con lui. Così, Khalid Z., un parcheggiatore abusivo di origine africane che stazionava al quinto cancello di Ostia, è finito a processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata ed è stato condannato ieri dal Tribunale di Roma a 8 anni e 4 mesi di reclusione. L’uomo ha precedenti per la stessa tipologia di reato.

I FATTI
Il 17 giugno del 2019, il bambino e la mamma, accompagnati dal babysitter, salgono in auto diretti ad Ostia per trascorrere un’intera giornata in spiaggia. Una volta arrivati al quinto cancello del litorale romano vedono un parcheggiatore abusivo e, per non avere problemi, gli lasciano del denaro. Passa qualche ora, i tre sono di ritorno alla macchina e hanno bisogno di pulire dalla sabbia le ciabatte prima di andare via, ma non hanno più acqua pulita. Sfruttando l’occasione, il parcheggiatore si avvicina richiamando l’attenzione del bambino. «Si è offerto di dargli una bottiglia d’acqua per finire di pulirsi - ha riferito in aula il babysitter - L’ho autorizzato a seguirlo, perché doveva allontanarsi solo di un paio di metri».

Il bambino, però, è tornato qualche minuto dopo arrabbiato e solo. «È stato via pochi minuti, ma erano dietro unauto, perciò non riuscivo a vederli - ha aggiunto il babysitter - Quando è tornato ha raccontato che quell’uomo lo aveva toccato chiedendogli di fargli vedere le parti intime, poi gli ha abbassato il costume e ha iniziato a palpeggiarlo». Una decina di minuti in tutto sono bastati all’uomo per mettere in atto il suo piano e abusare del minore che, però, torna subito dalla madre e dal babysitter e racconta l’accaduto. Non contento, il molestatore torna da loro e si avvicina nuovamente al bambino. «Ci ha chiesto i nostri nomi e gli ho dato il mio, ma ho mentito sul quello del bambino – ha riferito il suo babysitter - A posteriori credo che fosse molto interessato al bambino fin dal nostro arrivo». A parlare in udienza anche la mamma della vittima, che ha raccontato i sentimenti del bambino subito: «Lui voleva vendetta, era ferito e arrabbiato, e non nego che d’istinto avrei voluto prendere quell’uomo a bastonate – ha riferito al giudice - Ma ho pensato che c’è una legge che deve tutelarci e l’ho spiegato anche a mio figlio».

L’IDENTIFICAZIONE
A denunciare i fatti al commissariato di Porta Maggiore è stata proprio la mamma del minore, ma fondamentali per l’identificazione del violentatore sono stati i dettagli forniti dal bambino, tra cui una profonda cicatrice sull’addome dell’uomo. Le indagini portate avanti con l’ausilio del commissariato di Ostia hanno condotto, infatti, a Khalid Z.: un uomo con precedenti per la stessa tipologia di reato che, pochi mesi prima, era stato arrestato per furto e molestie. «Quando abbiamo mostrato al bambino la foto, lui lo ha riconosciuto subito, urlando: “Eccolo, è lui”».

Il pedofilo è stato arrestato e processato con l’accusa di violenza sessuale aggravata dal fatto che la vittima è minorenne e che ha disturbi della sfera emotiva. Il pubblico ministero, valutando la gravità dei fatti, aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione: «Non c’è dubbio che è un atto invasivo della sfera sessuale. Il minore è assolutamente credibile anche nell’atteggiamento di rabbia e frustrazione. Voleva che la madre andasse a picchiarlo». L’imputato, però, è stato condannato a scontare la pena di 8 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA