Ostia, 15enne violentata: lo stupro nelle chat e il video choc agli amici. «Io non volevo farlo»

L’ex fidanzatino avrebbe inviato agli amici un filmato. Indagato anche per pedopornografia

Ostia, 15enne violentata: lo stupro nelle chat e il video choc agli amici. «Io non volevo farlo»
di Michela Allegri e Alessia Marani
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Venerdì 30 Settembre 2022, 23:42 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 16:09

Non solo gli abusi, ma anche un video che immortala un momento intimo e che viene mostrato agli amici e ai compagni di classe, dopo la fine della relazione. «Mi hanno detto dei video, in uno si vede la mia faccia, non ti avevo autorizzato a diffonderlo, sei un pezzo di m... come i tuoi cugini»: è il tenore di uno dei messaggi scambiati in chat con l’ex fidanzatino e acquisiti agli atti dell’inchiesta della Procura sulla violenza di gruppo in danno di una quindicenne di Ostia. La ragazzina, un’adolescente molto fragile e in cura per disagi psichici, gonfia di rabbia e di vergogna, se la prende con l’ex, sedicenne. Lui non solo non l’avrebbe difesa dalle angherie dei suoi aguzzini - i cugini di lui, appunto, due fratelli di 23 e 24 anni di Acilia ora agli arresti domiciliari - ma l’avrebbe addirittura attirata in trappola: una prima volta accettando il passaggio nell’auto dei ragazzi più grandi, teatro del primo abuso; poi invitandola per cena a casa sua, dove i due ventenni si sarebbero presentati a sorpresa, ripetendo le violenze. 

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GLI EPISODI

Gli episodi risalgono all’ottobre e al novembre dello scorso anno.

Poco dopo, lei aveva lasciato il sedicenne e lui, forse per vendetta, avrebbe fatto girare un video in cui la vittima - consenziente - veniva filmata durante un loro rapporto. Per questo motivo adesso il ragazzo è indagato, oltre che per concorso nella violenza sessuale di gruppo, anche per diffusione di materiale pedopornografico. 

I due fratelli, incensurati, intanto si dicono innocenti: in sede di interrogatorio di garanzia hanno risposto alle domande del gip, smentendo le accuse e sostenendo di non avere nemmeno toccato la ragazzina. Per la pm Alessia Natale, però, a inchiodarli, oltre alle dichiarazioni della ragazzina, sarebbe il contenuto delle chat: «Mi avete fatto sentire una t..., io non volevo farlo», avrebbe scritto la ragazza tra i vari messaggi cristallizzati negli screenshot allegati alla denuncia, presentata l’8 agosto agli agenti del X Distretto. 

LA DENUNCIA

Quel giorno lei e la madre si erano presentate negli uffici di polizia di via Genoese Zerbi per denunciare il furto di una borsa. Solo all’ultimo la donna, guardando negli occhi l’agente, ha voluto aggiungere altro: «Mia figlia è stata vittima di abusi». Le indagini sono partite all’istante e si sono sviluppate altrettanto rapidamente. La ragazzina, che già da tempo si era ritirata da scuola, è stata sentita nuovamente, questa volta in audizione protetta con l’aiuto di una psicologa. Quindi sono stati sequestrati i cellulari degli indagati, il diario della quindicenne e altri quaderni. La mamma ha raccontato di alcune avvisaglie. Quando la quindicenne ha lasciato la scuola, la psicologa e la professoressa le avevano parlato dell’umore mutato della ragazzina, di alcuni comportamenti stridenti con la sua personalità e atteggiamenti ambigui. 

L’INFORMATIVA

Il 15 settembre è partita da Ostia una dettagliata informativa ai pm del pool anti-violenze di piazzale Clodio. Subito dopo, la richiesta di arresto, accolta dal gip solo in parte. Per i due cugini era stato chiesto il carcere, ma il giudice ha disposto i domiciliari. Nei giorni scorsi, tutti gli indagati - anche il sedicenne, per il quale procede la Procura dei minori - hanno ricevuto una richiesta di incidente probatorio. La vittima, dunque, verrà sentita nuovamente. 

Ma qual è il contesto in cui sarebbero maturate le violenze? A ottobre la quindicenne, in compagnia del fidanzato conosciuto da poco, accetta il passaggio in macchina dei due ragazzi più grandi. Sono degli sportivi, uno è boxeur, l’altro un calciatore.
 

IL CONTESTO

Non hanno un lavoro vero e proprio, trascorrono le giornate tra amici e palestre. Quando gli inquirenti notificano la misura cautelare, scoprono che uno dei fratelli ha occupato abusivamente l’appartamento vicino a quello regolarmente assegnato in uno stabile di case popolari. I due si vantano sui social, mostrano fisici scolpiti. Il sospetto degli investigatori è che il cugino più piccolo volesse emularli e, per farsi notare, abbia spinto la quindicenne tra le loro braccia. In ottobre l’avrebbero costretta a subire abusi nei sedili posteriori della loro auto, mentre il ragazzino li guardava, seduto davanti. In casa, invece, gli indagati si sarebbero fatti trovare nella sala da pranzo “a sorpresa”. Secondo il racconto di lei, cucinano una carbonara, bevono e fanno bere la quindicenne, poi la stringono sul divano: «Facciamo come l’altra volta?». Lei ha detto di avere rifiutato ancora. E di essere stata di nuovo costretta a subire.

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