Resta ancora avvolto nel mistero l'agguato avvenuto ieri pomeriggio all'Infernetto e in cui sono state ferite due persone: marito e moglie. Gli spari sotto gli occhi del figlio neonato. I coniugi sono i gestori di un ristorante di viale Castel Porziano all'Infernetto e, da quanto appurato dalle forze dell'ordine, con precedenti di polizia. Lui, 48 anni, uscito di galera da un anno e mezzo fa dopo aver scontato una pena di oltre 20 anni per omicidio. La sua famiglia in passato era vicina alla Camorra, sfuggita alla guerra tra clan negli anni 80 rifugiandosi proprio all'Infernetto. Sono stati marito e moglie a presentarsi all'ospedale Grassi di Ostia intorno alle 18 di sabato con ferite da arma da fuoco e avrebbero dichiarato ai sanitari di essere stati raggiunti da alcuni proiettili mentre erano in auto. Raccolta la testimonianza, i medici del pronto soccorso hanno allertato immediatamente la polizia. Gli agenti del commissariato Lido di Roma hanno ascoltato i due che, però, non avrebbero saputo dare indicazioni su chi avrebbe premuto il grilletto.
LA DINAMICA
Come resta anche tutta da chiarire la dinamica dei fatti.
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I SEGNALI
E proprio una delle "vittime" dell'agguato è residente in quella zona, quella dei "Lotti" di Ostia. In quell'occasione, ci fu un vero far-west: decine di proiettili e nessun ferito. Il vero destinatario di quei colpi era riuscito a fuggire. Lo hanno preso nei giorni a seguire i poliziotti del commissariato Lido di Roma, dopo una serie di appostamenti e dopo un'accurata indagine che ha visto la collaborazione delle forze dell'ordine di Spagna, Francia e Olanda. L'agguato di ieri sera, dunque, potrebbe passare anche da Ostia, ma non solo da qui. Lui 44enne, lei 39enne originaria dell'Ecuador, non hanno riportato gravi conseguenze e saranno dimessi forse già dalla giornata di oggi. Ma - secondo quanto si sta ricostruendo - non è escluso che i traffici di droga interessino altri e più vasti quadranti del litorale. Da anni, ormai, c'è un filo rosso che lega lo spaccio del litorale con quello della Capitale. E la famosa "pax criminale"che Diabolik voleva per Ostia passa proprio dal controllo dello spaccio di altri quadranti romani. San Basilio e Tiburtino, in primis.
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