Ci sono almeno due ore di buio nella notte in cui Lorenzo Moi, lo chef di 21 anni residente a Casal Palocco, è morto investito da un bus lungo la via del Mare all'altezza del multisala Cinelnad. Sono stati consegnati ieri in Procura - che ha aperto un fascicolo per omicidio stradale - i risultati dei rilievi, degli accertamenti e le cartelle cliniche. Dunque gli agenti della polizia Locale incaricati degli esami hanno ricostruito la dinamica dell'investimento incrociando orari e tragitti. Da qui, il giallo sulle due ore di buio. Infatti l'allarme all'ospedale Grassi di Ostia, dove i genitori lo avevano accompagnato perché in forte stato di agitazione, è scattato all'1,15 di notte. Quando il giovane si sarebbe svegliato in stato confusionale e sarebbe uscito. Per tornare a casa piedi? Un mistero. Di certo si è incamminato verso la via del Mare dove tre ore dopo è scattato il secondo allarme. Alle 4,15 un bus dell'Atac l'ha travolto e ucciso.
LE INCONGRUENZE
Come è stato confermato dai primi accertamenti, il ragazzo ha attraversato scavalcando il guardrail proprio al passaggio del mezzo pesante. L'autista non ha avuto il tempo di sterzare e di evitarlo. In giallo ruota intorno al tragitto di circa tre chilometri. Circa un'ora a piedi. Ecco perché il sospetto ora è che il ragazzo abbia incontrato qualcuno prima di finire schiacciato sotto il bus: un amico? Un interrogativo su cui stanno indagando gli investigatori. «Vogliamo capire cosa è accaduto» diceva papà Gianluca poche ore dopo la drammatica notizia «Perché gli è stato permesso di uscire dall'ospedale? Se fosse stato più controllato tutto questo non sarebbe accaduto e Lorenzo sarebbe ancora qui. Era un ragazzo speciale e nessuno ce lo ridarà ma ora vogliamo chiarezza». Intanto, da quanto emergerebbe lo chef, avrebbe sofferto in passato di alcuni problemi psicologici. Problemi che però sembravano risolti da tempo.
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