Fiumicino: l'escavo davanti ai mezzi navali della Guardia costiera in darsena scatena le ire degli operatori portuali

Il dragaggio della darsena di Fiumicino
di Umberto Serenelli
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Lunedì 3 Aprile 2023, 16:01

È bufera sulle operazioni di dragaggio in darsena di Fiumicino davanti ai mezzi di soccorso della Capitaneria di porto. La draga “Giove” sta rimuovendo dal fondale enormi quantitativi di sabbia e fango, maleodorante e nero come la pece, per poi trasferirli in mare a poche centinaia di metri davanti alla foce della Fossa Traianea. Ogni volta che apre il cassone, per riversare il suo contenuto, la corrente spalma, in direzione della costa di Focene e Fregene, una grossa chiazza nera. La grossa imbarcazione adibita all’escavo non è passata inosservata al centro della darsena e questo ha scatenato le ire dei pescatori, degli operatori portuali e dei proprietari di imbarcazioni a vela.

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«Da tempo chiediamo all’Autorità di sistema portuale di dragare il basso fondale del canale navigabile dove ormeggia la flotta peschereccia e operano i grossi rimorchiatori – commentano all’unisono alcuni lupi di mare che vogliono restare anonimi -.

Comprendiamo che per motivi di sicurezza nello specchio acqueo davanti al motovedette l’escavo è prioritario ma ci sfugge il fatto che il materiale rimosso dal fondo venga poi scaricato alla foce. Quando la pesca chiede l’escavo per la sicurezza della navigazione, l’Autorità portuale ci mette giustamente davanti i problemi ambientali per lo smaltimento dei detriti dragati che vengono però ignorati quanto si tratta di intervenire davanti allo scalo dei mezzi di soccorso. Non è la prima volta accade questo. Siamo considerati una categoria di serie B e torniamo a chiedere di estendere il dragaggio anche alla Fossa Traianea». Alla protesta si uniscono i proprietari di imbarcazioni a vela. «Per uscire dalla darsena spesso siamo costretti a farci trainare per la chiglia incontra ostacoli a causa del basso fondale – precisa il titolare di 13 metri -. Questo rischia di provocare danni allo scafo e all’elica. Il nostro grido dall’allarme però non viene preso in considerazione pur comprendendo le impellenti esigenze dei mezzi navali della Guardia costiera».

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