Bilancio delle scoperte archeologiche eseguite in occasione degli scavi nel porto di Claudio a Fiumicino dall’Ecole francaise de Rome che ha inoltre celebrato 150 anni dalla sua fondazione. La collaborazione tra l’Ecole e il Parco archeologico di Ostia Antica e Portus risale al 2009 e in 15 anni di ricerche è stato possibile condurre una serie di campagne di scavi sull’approdo voluto dall’Imperatore Claudio. L’enorme bacino poteva ospitare diverse centinaia di navi e era delimitato da due enormi moli a semicerchio che proteggevano l’invaso interno il quale, con il passare degli anni, si insabbiò e costrinse l’imperatore Traiano a scavare il bacino esagonale. L’esigenza di realizzare l’approdo alla foce del canale navigabile di Fiumicino subentrò quando Claudio verificò che il porto di Ostia era diventato inadeguato alla ricezione e allo stoccaggio delle merci provenienti dal Mediterraneo soprattutto in funzione dell’aumento della popolazione dell’Urbe che aveva superato il milione di persone. Un ruolo fondamentale lo recitò anche la limitata larghezza del Tevere che impediva alle grandi navi di attraccare direttamente alle banchine della città lidense. Claudio mise al lavoro i suoi ingegneri che individuarono l’attuale costa di Fiumicino per realizzare l’approdo reso maestoso grazie alla costruzione di un gigantesco complesso di stoccaggio, arricchito da enormi colonne di travertino lungo tutti i portici di questi magazzini.
CAPITELLI E BASI DI COLONNE NEL “BALNEUM DEL VIAGGIATORE”
Il qualificato staff dell’Ecole ha quindi puntato le attenzioni proprio su questi magazzini con scavi mirati che hanno portato a scoprire mura larghe circa 3 e profonde fino a 6 metri. «In questa zona – sottolinea l’archeologa Evelyne Bukowiecki, responsabile del progetto per conto dell’Ecole – scoperte 300 celle di 90 metri quadrati ognuna con volte a botte circondate da un vespaio.
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