Lavori stradali infinti, centro anziani ad Acilia irraggiungibile. «Qui entrano solo i ladri»

Viaggio nel circolo a San Giorgio di Acilia in via Gino Bonichi, chiusa da maggio scorso

Lavori stradali infinti, centro anziani ad Acilia irraggiungibile. «Qui entrano solo i ladri»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 25 Gennaio 2023, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 07:32

Dalla loro hanno una capacità che spesso i giovani invidiano ed è quella di saper sopportare. Glielo hanno insegnato il tempo e la vita. Alle angherie di ogni genere hanno imparato a rispondere con i sorrisi poi però il vaso si è colmato: «A tutto c'è un limite» dicono in coro. Di domande ne hanno fatte tante senza ricevere risposta e per cosa poi? Solo per il diritto di poter camminare in strada senza cadere e rompersi un femore. Solo per il diritto di poter raggiungere agevolmente quel posto, il loro centro anziani. Qui trascorrere delle ore serene significa riuscire a tenere testa al tempo che passa e mitigare gli effetti di una vecchiaia che si fa sentire. E invece no, ai nonni di Acilia è negato un diritto basilare, quasi ovvio, paradossalmente banale: uscire di casa, attraversare la strada, camminare lungo i marciapiedi e raggiungere senza peripezie quella struttura per una lezione di ballo o una partita a scacchi. Vivere quelle piccole cose che «ci fanno sorridere», sintetizza Adriana Macera, 79 anni.

Quartiere San Giorgio, quello nato nel 1955 con il nome Villaggio Giuliano per accogliere gli esuli Giuliano-Dalmati.

Di quella missione, ovvero lo spirito di accoglienza, pare non resti più nulla. «Qui non abbiamo teatri, cinema, luoghi di incontro e adesso venire al centro anziani significa quasi circumnavigare l'emisfero», dice Carlo Antonaci, 75 anni.

IL NODO
Perché il problema è semplice, drammatica la risoluzione: dal maggio scorso via Gino Bonichi, unica strada che porta all'ingresso del centro anziani, è stata chiusa al traffico. Per entrare nella struttura due sole sono le alternative: circumnavigare per l'appunto l'isolato oppure passare tra i cortili dei lotti popolari, «condomini privati in cui il via vai potrebbe anche infastidire», prosegue Carlo. Bene ricordare che questo quartiere, benché abitato da tante famiglie e persone perbene, più di una volta è rimbalzato agli onori delle cronache per le retate di arresti o per gli agguati. Il prossimo 14 febbraio sarà trascorso un anno dall'omicidio di Paolo Corelli, freddato sotto casa. Ancora si cerca di trovare il perché. E in questo contesto i nonni di San Giorgio si fanno delle domande semplici: «Perché è tanto complicato sistemare una strada? L'amministrazione comunale non era quella che doveva prestare attenzione alle borgate? E dove sta il Comune?», domanda Livio Cappelletti, 74 anni. Da quando la strada è chiusa e prima con la pandemia i tesserati sono drammaticamente diminuiti: «Le difficoltà prima con il Covid e poi quelle per arrivare al centro spingono molti anziani a restare a casa - dice la presidente del San Giorgio, Carmina Gazerro 65 anni - anche perché se disgraziatamente qualcuno dovesse sentirsi male, l'ambulanza deve fare tutto il giro per arrivare». Qui, benché la struttura sia di proprietà del Comune, ogni spesa viene pagata dagli associati compresa la pulizia del giardino e le utenze. Dentro al centro c'è un grande salone da ballo e poi le stanze per le partite a Burraco o quelle di scacchi. C'è anche lo sportello Caf e la sala esterna per le feste sociali d'estate.

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SOS SICUREZZA
Lo scorso ottobre per tre sabati consecutivi dei ladri sono entrati nella struttura aiutati anche dal cantiere. «Quando la strada era aperta passavano spesso anche i carabinieri - aggiunge Carlo - poi comprenderà, dove passano più?». E così in tre volte sono state scardinate le porte e portate via le macchinette di bevande e merendine. Dal X Municipio l'assessore ai Lavori Pubblici Guglielmo Carcerano spiega: «In via Bonichi bisogna rifare tutta la rete dei sottoservizi e il manto stradale, marciapiedi compresi. Il progetto era stato approvato e i lavori erano pronti a partire, poi in aula Giulia Cesare è stato approvato il nuovo Regolamento sul verde che impone ad esempio il rispetto di diversi metri tra le gallerie dei sottoservizi e le radici degli alberi, quindi abbiamo dovuto rifare il progetto. Ora siamo pronti a partire». Dopo mesi di ritardi e una fine che non è dato conoscere. «Se c'avevo ancora le gambe buone - chiude Mario - andavo io con la pala e il piccone a fare tutto, ma che ce vole?». Già, che ce vole?.

 

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