Roma, Zingaretti attacca Raggi: «Una catastrofe, niente intese»

Roma, Zingaretti attacca Raggi: «Una catastrofe, niente intese»
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 16 Settembre 2020, 09:18

Niente inciuci, «niente accordi sottobanco» tra il Pd e il M5S su una ricandidatura di Virginia Raggi al Campidoglio. Bollata come «una catastrofe». Mai come ieri - davanti alle telecamere di Porta a Porta - Nicola Zingaretti ha ribadito il concetto. «Chi conosce un po' la storia di Zingaretti presidente della Regione e di Raggi sindaco di Roma - ha scandito il leader del Partito democratico e presidente della Regione Lazio - esclude che possa esserci un accordo sottobanco». Poi, pur chiedendo ai grillini di far fronte comune contro le destre già alle Regionali, conclude: «Noi saremo all'opposizione di Raggi perché come sindaco, lo dico da cittadino romano, è stata una catastrofe».

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UN NOME DOPO LE REGIONALI
Zingaretti ha fatto sapere di avere «in mente un candidato per Roma», senza farne il nome. Ma se ne riparlerà dopo le regionali di domenica prossima, il cui esito potrebbe cambiare anche i destini del leader del Pd alla guida del Nazareno come alla testa della Regione Lazio (lui smentisce, ma si ipotizza anche uno sbarco al governo). Intanto il suo ennesimo attacco alla Raggi non dovrebbe sorprendere: solo un mese fa aveva bollato «l'attuale sindacatura come il principale problema di Roma degli ultimi anni». Mentre, dall'altro versante, la prima cittadina aveva rivendicato di «non aver mai chiesto favori a Zingaretti». Eppure le dichiarazioni a Porta a Porta non sono piaciute in Campidoglio: ufficialmente nessun commento, così a rispondere sono stati prima con un tweet il capogruppo Giuliano Pacetti - «Il M5S e Virginia Raggi sono la salvezza di Roma dopo 20 anni di pessime amministrazioni» - poi l'assessore al Personale, e fedelissimo di Raggi, Antonio De Santis: «È l'artefice di grandi catastrofi. Pensi alla Regione Lazio e quindi ai tagli dei posti letto e alla distruzione pianificata della sanità pubblica. Come in Lombardia».

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Negli scorsi mesi il Pd capitolino, attraverso il capogruppo Giulio Pelonzi, aveva fatto sapere a Zingaretti che si poteva discutere di un'alleanza al secondo turno con il M5S, ma senza la Raggi. A livello parlamentare esponenti romani dei due partiti avevano provato a trovare una quadra, ma tutto si era fermato perché nel Movimento nessuno aveva la forza di far desistere la sindaca. Qualcuno legge nell'uscita di ieri del segretario la primogenitura sul candidato del Pd alle primarie, imposte dallo statuto, e che sarà unico. Finora si è parlato di pressioni (ma non da Zingaretti) su David Sassoli, che però avrebbe ambizioni di livello nazionale. Monica Cirinnà ha annunciato la sua discesa in campo e potrebbero seguirla altre donne come Michela De Biase e Sabrina Alfonsi. Outsider, anche per recuperare voti al centro in caso di ballottaggio con la destra, Roberto Gualtieri ed Enrico Gasbarra.

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