Willy Monteiro, sulle palestre c'è la stretta del prefetto: via ai controlli sugli iscritti

Willy Monteiro, sulle palestre c'è la stretta del prefetto: via ai controlli sugli iscritti
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 9 Settembre 2020, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 07:35

Controlli mirati nei luoghi dove tanta ferocia è cresciuta, prima di tracimare. E in altri posti dove s'insegnano i colpi ruvidi degli sport da combattimento, colpi proibiti se non si seguono disciplina e regole, come insegnano i maestri del pugilato e delle arti marziali. Il prefetto di Roma Matteo Piantedosi ha convocato per oggi un Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza. Un vertice con tutte le forze dell'ordine, dalla Questura ai Carabinieri, per mettere a punto un piano d'ispezioni nelle palestre dopo i fatti di Colleferro, l'agguato che è costato la vita al 21enne Willy Monteiro Duarte. In quattro sono finiti in carcere per l'omicidio, tra loro Marco e Gabriele Bianchi, specialisti di Mixed Martial Arts (Mma).

<h2>Willy Monteiro, nel mirino gli sport da combattimento</h2>

La stretta della Prefettura non riguarderà quindi i luoghi della movida, ma gli ambienti dove certi comportamenti possono degenerare. È facile ipotizzare che le forze dell'ordine verificheranno anche la presenza di pregiudicati dietro ad alcune realtà associative. Cercheranno di capirne i metodi, a volte borderline.

La Federazione pugilistica italiana ha subito preso le distanze dal pestaggio mortale di Colleferro. «Se c'era qualcuno che quella sera portava in sé i valori della boxe, quello era il povero Willy, corso in aiuto di un amico preso di mira da una banda di balordi e per questo malmenato a morte», ha detto Vittorio Lai, presidente della Fpi. La giustizia sportiva, ha aggiunto, «tende ad essere molto dura con chi ha un certo tipo di temperamento».
 

Willy Monteiro, i testimoni che accusano i due fratelli: "Quel calcio terribile lo hanno dato loro"

" Quelli non c'entrano niente con il pugilato e le MMA.

Quelli sono solo dei grandissimi vigliacchi e noi non siamo bestie come loro". Emanuele Blandamura ha la boxe nel sangue e, come tanti, ha compreso, allenamento dopo allenamento, che "il pugilato non è solo l'uomo che tira colpi".


Ma non tutte le palestre, non tutti i circoli rispettano questi codici. È quello che il neo-prefetto Piantedosi, in carica da inizio agosto, intende approfondire con una batteria di controlli che partirà già nei prossimi giorni. Il piano sarà messo a punto nel Comitato per l'ordine pubblico di oggi. «Siamo pronti ad analizzare nel profondo questa vicenda - ha detto Piantedosi ieri, a margine delle celebrazioni dell'8 settembre - Perché se ci sono aspetti che vanno oltre l'episodio intendiamo affrontarli con le dovute maniere».

C'è da attendersi quindi «l'inizio di una maggiore attenzione sulla fenomenologia di carattere sociale in certi ambienti giovanili. Ci approcciamo in maniera molto laica ma certamente non lasceremo passare l'episodio come se fosse stato qualcosa di casuale, un accidente della vita». Per il rappresentante del Viminale non c'è un problema di controllo del territorio: l'aggressione, ha ricordato, «è avvenuta in prossimità di una stazione dei carabinieri e sono intervenuti rapidamente. Non possiamo immaginare che sia controllabile tutto, anche le derive culturali, che possono esserci in certi ambienti e che possono portare a fenomeni di questo tipo».
 


«MAESTRO DEI KILLER»
Il maestro di Mma dei fratelli Bianchi, abituati a pubblicare in rete video e foto con le scariche di colpi sul ring, si è difeso: «Per la gente ora sono il maestro dei killer, ma gli sport da combattimento non insegnano la violenza».

Il Comune di Colleferro intanto ha fatto sapere che si costituirà parte civile al processo. «Chi diffonde odio non appartiene e non deve appartenere alla nostra comunità», ha detto il sindaco della cittadina, Pierluigi Sanna.

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