Stessa storia, stesso posto di Willy Monteiro. A Colleferro la tragedia poteva ripetersi in una notte del fine settimana scorso, quando un ragazzo di 25 anni è stato aggredito tra la folla sbigottita. Ma per fortuna l’esito è stato diverso, anche se un calcio sferrato verso la testa della vittima poteva avere conseguenze ben più gravi.
Willy ucciso dal branco, ascoltati gli ultimi testimoni: la sentenza fissata per il 26 maggio
Notte di paura a Colleferro, ragazzo pestato come Willy
Il luogo è quello dei pub della cittadina industriale, ai confini della provincia di Roma.
LA DINAMICA
I motivi per i quali è iniziata la lite non sono ancora chiari ma la dinamica è testimoniata da ben due video girati con degli smartphone. Vi si vede un ragazzo a terra, sul quale si è avventata un’altra persona, giovane, non riconoscibile. Il ragazzo aggredito appare supino e si protegge testa e collo con le mani. Un altro uomo, inizialmente incappucciato, si accanisce su di lui e cerca di sferrargli un calcio in testa ma sembra mancarlo. Intorno ci sono altri ragazzi e ragazze: alcuni guardano attoniti, altri urlano, altri tentano di fermare il pestaggio. Un ragazzo afferra il cappuccio di chi aveva sferrato il calcio: appare un volto non riconoscibile di un uomo di mezz’età. Intanto il venticinquenne pare riuscire a scappare e, ancora per qualche secondo, la lite prosegue a pochi metri di distanza. Alla fine si sente una donna che chiede di smetterla perché si sta “facendo un macello”.
L'AGGRESSIONE
La zuffa potrebbe essere durata uno o due minuti: quando i carabinieri sono arrivati sul posto era tutto finito e il ragazzo di Artena era stato già portato in ospedale da un’ambulanza. I medici hanno dato al venticinquenne trenta giorni di prognosi, ricoverandolo in ortopedia: potrebbe essere sottoposto a un intervento chirurgico per una frattura a una gamba. Intanto però non avrebbe ancora presentato querela contro i propri aggressori, mancherebbe dunque la sua versione, che potrebbe offrire chiarimenti sui motivi che hanno provocato la lite e sulla dinamica degli avvenimenti. Gli investigatori, a loro volta, hanno già raccolto i video per analizzare i fotogrammi. Intanto a Colleferro, ad Artena e nei dintorni è tornato l’incubo della possibilità di rivivere i giorni della morte di Willy. In questo anno e mezzo si sono susseguite molte manifestazioni pubbliche in cui migliaia di persone hanno preso le distanze da quel pestaggio. Scuole ed enti pubblici hanno messo in campo attività scolastiche e progetti di opere pubbliche. I nuovi fatti lasciano i residenti basiti e l’amministrazione comunale di Colleferro ha deciso di non commentare la vicenda. Chi è della zona non nasconde la frustrazione di essere in balia di pochi violenti: «Noi poveri genitori – afferma Maria - non possiamo mai star tranquilli quando i nostri figli sono fuori casa perché c’è sempre qualche testa calda di cui aver paura. A loro la storia del povero Willy pare non aver insegnato nulla».