Willy Monteiro, caccia a quattro amici dei Bianchi: dopo la rissa sono fuggiti con loro

Willy Monteiro, caccia a quattro amici dei Bianchi: dopo la rissa sono fuggiti con loro
di Valentina Errante e Alessia Marani
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Martedì 15 Settembre 2020, 00:40 - Ultimo aggiornamento: 01:00

Gli occhi della Procura di Velletri ora sono puntati su chi, nella notte tra il 5 e il 6 settembre a Colleferro, era con i fratelli Gabriele e Marco Bianchi e i loro amici, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti accusati dell’omicidio volontario del ventunenne apprendista cuoco di origine capoverdiana, Willy Monteiro Duarte. E presto, sul registro degli indagati, potrebbero finire i nomi degli altri del gruppo, le persone che erano in compagnia dei presunti assassini al momento del brutale pestaggio e non hanno fatto nulla per fermarli o per soccorrere la vittima, lasciandola agonizzante a terra. Anche se non hanno partecipato direttamente al raid con calci e pugni, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la loro condotta omissiva, li chiamerebbe in causa. 

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All’attenzione degli inquirenti ci sono la posizione e il profilo di tre giovani in particolare Vittorio Edoardo T., l’“autista” dei Bianchi, colui che era solito accompagnarli in macchina durante le loro uscite e scorribande, già indagato per omissione di soccorso. Il ragazzo era al volante dell’Audi Q7 (intestata formalmente alla cognata dei Bianchi). Poi le posizioni di Omar S. e Michele C. Tutti e tre sono stati visti dileguarsi a bordo del Suv nero subito dopo l’aggressione a Willy e ai suoi tre amici di Paliano (Frosinone) che non c’entravano nulla con il gruppo con cui fino a poco prima, sulle scalette davanti ai locali di largo Santa Caterina, avevano discusso Pincarelli e Belleggia. A chiamare i Bianchi come rinforzo, secondo quanto raccontato da entrambi gli indagati, sarebbe stato proprio Michele C. che rischia, dunque, anche il favoreggiamento. 

I Bianchi quella sera, prima della rissa, erano in largo Santa Caterina, a Colleferro, erano arrivati in auto con Vittorio, Omar e Michele. Poi si sarebbero allontanati - probabilmente con Vittorio - in compagnia di tre ragazze per fare sesso «vicino al cimitero», come da loro messo a verbale prima di finire in carcere. Una circostanza che, al momento, non ha trovato riscontro. Subito dopo la richiesta di Sos al telefono, sono ripiombati in prossimità dei locali con il Suv, sono scesi e hanno picchiato Willy. Nella fuga erano in sei in auto: oltre ai due fratelli Bianchi, all’autista, a Omar e a Michele, c’era anche Belleggia. Mentre Pincarelli sarebbe tornato ad Artena per conto suo, in compagnia di un altro amico ancora. Ora l’attenzione degli investigatori è concentrata anche sulla posizione di questa quarta persona.

Potrebbe essere fissata oggi, intanto, la data dell’udienza chiesta dai legali dei fratelli Bianchi e Pincarelli al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In quella sede i loro legali tenteranno di giocarsi alcune testimonianze raccolte durante le indagini difensive che alleggerirebbero soprattutto la posizione di Marco e Gabriele che, da Rebibbia, continuano a sostenere di avere dato a Willy solo una spinta e, comunque, di non avere sferrato colpi mortali. Nelle prossime ore l’Audi Q7, sequestrata dai carabinieri di Colleferro, sarà consegnata al Ris per le analisi scientifiche e la ricerca di tracce ematiche e biologiche. Nel portabagagli dell’auto, quella notte, c’erano un trolley scuro e un borsone da palestra. Ogni cosa sarà passata al setaccio, così come i vestiti e gli anelli sequestrati ai ragazzi in concomitanza dell’arresto. Mentre attraverso l’analisi dei tabulati telefonici si cercherà di cristallizzare chi ha chiamato i Bianchi e cosa contengono le chat intercorse tra loro. L’esame delle celle telefoniche a cui erano agganciati i loro telefonini stabilirà ulteriormente chi e a che ora era sul posto e i vari spostamenti. Ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando a Vo’ Euganeo, centro dell’emergenza Covid-19 a inizio della pandemia in occasione della riapertura dell’anno scolastico, si è detto sconvolto per la morte di Willy. «Siamo sconvolti per la morte di Willy, pestato a morte per aver difeso un amico contro la violenza - ha affermato - Il suo volto sorridente resterà come un’icona di amicizia e di solidarietà, che richiama i compiti educativi e formativi della scuola e dell’intera nostra comunità».
 

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