Studentessa va a trovare il nonno a Fregene, il badante tenta di violentarla: salvata dai carabinieri

Studentessa va a trovare il nonno a Fregene, il badante tenta di violentarla: salvata dai carabinieri
di Alessia Marani
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Mercoledì 8 Settembre 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 12:52

Un incubo. Era andata a trovare il nonno invalido al mare, per l’estate, nella casa di famiglia sul litorale a nord della Capitale, a Fregene. Tutto sembrava filare liscio in quella bella villa immersa nel verde della pineta monumentale. La ragazza, una studentessa universitaria ventenne di Roma, si era abituata a rimanere spesso in casa da sola con l’anziano nonnino, over 80, ormai non più autosufficiente e completamente sordo e il suo badante, un 47enne originario dello Sri Lanka, dai modi gentili e all’apparenza innocuo. Ma l’altra notte, all’improvviso, se lo è ritrovata nel letto, che la stringeva e avvinghiava, toccandola dappertutto, tentando di violentarla, mormorandole all’orecchio. 

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LA REAZIONE
All’inizio la giovane è rimasta di ghiaccio, non capendo, terrorizzata. «Avevo le parole che mi si bloccavano in gola, non capivo, non era però un brutto sogno», ha raccontato ai carabinieri della Compagnia di Ostia e della stazione locale che sono intervenuti per salvarla, ma poi ha reagito.

Ha cominciato a urlare, riuscendo a divincolarsi e ad allontanarlo, cacciandolo fuori dalla porta e chiudendosi dentro la stanza a chiave. In attesa dei soccorsi. 

Con il telefonino in mano, ha chiamato di istinto il fratello più grande che era rimasto a Roma, «mi tremavano le mani, faticavo a comporre il numero, la prima persona che mi è venuta in mente è stata mio fratello», ha raccontato. E il ragazzo non ha perso tempo e ha subito composto il numero unico di emergenza il 112. Fornendo ai militari del maggiore Fabio Rosati tutte le indicazioni necessarie ad arrivare in maniera tempestiva. 

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I SOCCORSI
I carabinieri hanno immediatamente risposto alla richiesta di aiuto del ragazzo e si sono precipitati all’indirizzo indicato, con una delle numerose pattuglie attive sul territorio - un piano rafforzato sul litorale nel periodo della villeggiatura estiva - irrompendo all’interno dell’abitazione. Il badante è stato bloccato mentre cercava di aprire la porta della stanza in cui si era rifugiata la ragazza. Provava a forzarla, le urlava di stare zitta, di non chiamare nessuno. Era fuori di sè.

IN CARCERE
Il quarantasettenne è stato immediatamente bloccato e portato in caserma. La ragazza è stata liberata e soccorsa. «Mi fidavo di lui, ho sbagliato», ripeteva ai carabinieri. 

L’uomo, regolare sul territorio dello Stato, è così finito in manette ed è stato tradotto presso la casa circondariale di Civitavecchia, dietro le sbarre. Dovrà rispondere di tentata violenza sessuale.

Per la vittima e la sua famiglia è stato uno choc profondo. Il cingalese era ormai a servizio, con regolare contratto, da diversi anni. Faceva un po’ da tuttofare ed era ormai considerato una persona «di casa» di cui avere assoluta fiducia. Nell’ultimo periodo, con l’aggravarsi delle condizioni del nonno, il quarantasettenne si era dedicato maggiormente alla sua cura. L’estate era trascorsa fino all’altro giorno in maniera serena.

Terminati gli esami, la nipote si era trasferita nella dimora estiva e spesso era in compagnia anche del fratello e del suo fidanzato. «Ma altre volte ero rimasta sola in casa con il nonno e il badante, ma non era mai successo nulla, né avrei mai sospettato potesse accadere qualcosa di simile».

Dal canto suo, l’uomo - che non era nemmeno ubriaco, ma lucido - ha ammesso le sue colpe: «Non so che cosa mi è successo, ho perso la testa», si è lasciato sfuggire salendo sulla radiomobile dell’Arma. Si tratta di un incensurato, sposato, la cui moglie è rimasta nel Paese di origine.
 

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