Nemi, 500 bottiglie di vino doc invecchieranno nell'acqua del lago: l'esperimento di un imprenditore

Nemi, 500 bottiglie di vino doc invecchieranno nell'acqua del lago: l'esperimento di un imprenditore
di Tiziano Pompili
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Martedì 10 Novembre 2020, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 08:55

Una cantina davvero speciale. Le acque del lago di Nemi aiutano la stagionatura del vino: è l'esperimento portato avanti e concretamente verificato da Josè Amici, titolare di due agriturismi a Genzano (il Monte due torri) e ad Ariccia (Il Borgo) che gestisce assieme alla famiglia. Tempo fa, l'imprenditore, con la passione delle immersioni, ha fatto un tentativo mettendo le bottiglie sott'acqua e poi, vedendo gli ottimi risultati, con il supporto del pescatore autorizzato dalla Regione per il lago, Carlo Catarci, della Coldiretti e del sindaco di Nemi, ha portato a quindici metri di profondità circa cinquecento bottiglie di un Roma doc bio prodotto nelle sue aziende, che nel 2021 avrà un'etichetta effettiva.
«Il microclima e le temperature che ci sono lì sotto migliorano la qualità e il sapore del vino dice Amici Tutto è cominciato con qualche bottiglia che noi utilizzavamo per fare i brindisi di fine anno. Poi ci siamo accorti che l'idea poteva essere portata avanti in maniera più corposa e così mi sono fatto aiutare da altri amici sub per portare il vino nelle acque del lago. Ovviamente, per chiuderlo in una cassa, abbiamo utilizzato materiali che rispettano l'ambiente, vale a dire una plastica di tipo alimentare e altri oggetti del genere.

Nel prossimo mese di febbraio o a marzo, a circa due anni di distanza dall'immersione delle cinquecento bottiglie, le riporteremo in superficie e le numereremo».


Un'iniziativa innovativa e biologica che unisce sport, turismo, territorio ed enogastronomia ed è valsa ad Amici la conquista dell'Oscar Green 2020, il riconoscimento più ambito della Coldiretti ideato per giovani imprenditori di agriturismi o attività agricole. Ma Amici guarda avanti: «Vorremmo organizzare anche la Dispensa di Caligola, in collaborazione coi produttori biologici del territorio. Una cassa stagna da portare in fondo al lago con prodotti come l'olio, il miele, i formaggi, i salumi, la pasta secca, le spezie e altre cose: vogliamo verificare se l'effetto positivo che questo esperimento ha avuto sul vino, si può riprodurre su altri generi alimentari». Il vulcanico imprenditore castellano ha già un altro progetto: «Nel 2021 o nel 2022 chiuderemo un accordo con un comune del Lazio per portare il vino nelle acque di una sorgente: sarebbe la prima iniziativa in assoluto di questo tipo».

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