Roma, vandali a Villa Paganini: il Comune chiude i cancelli. Ira residenti

Vandali a Villa Paganini, il Comune chiude i cancelli
di Fabio Rossi
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Lunedì 10 Agosto 2020, 00:04

Villa Paganini chiude prima la sera, per prevenire bivacchi e vandali, ma i residenti insorgono: «Per il quartiere è una valvola di sfogo essenziale, soprattutto in estate». E così il parco di via Nomentana, proprio di fronte alla più celebre Villa Torlonia, diventa punto di scontro tra il Campidoglio e gli abitanti della zona, guidati dal comitato “Amo il quartiere Trieste”. Tutto ha preso il via con il lockdown: quando l’area verde, come tutte le altre, è stata chiusa per evitare assembramenti. «Prima dell’emergenza Covid i cancelli restavano sempre aperti, anche di notte, con i controlli assicurati dai carabinieri - ricorda Barbara Lessona, attivista del comitato - Poi, alla ripresa, hanno cominciato a chiuderli alle 22,30. Ora, invece, i frequentatori del parco vengono sostanzialmente cacciati alle 20,30. Una cosa assurda, visto che in questo periodo tante persone, soprattutto nelle ore serali e meno caldo, utilizzano il parco per prendere un po’ d’aria».

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I PROBLEMI
A causare la decisione dell’amministrazione comunale sono stati alcuni episodi di vandalismo che sarebbero avvenuti nelle ore serali, tra scritte sui muri e arredi danneggiati. Ma soprattutto alcuni «bivacchi notturni» di giovani e persone senza fissa dimora, di cui si sono trovate tracce all’indomani nelle bottiglie di alcolici lasciate a terra o sulle panchine. Una situazione foriera anche di assembramenti incontrollati. E così, anche visto il periodo, è stata data disposizione all’associazione di Carabinieri in congedo “Martiri di Nassiriya”, che si occupa di gestire le aperture del parco, di anticipare di due ore il «tutti a casa».

LA POLEMICA
Una soluzione per nulla gradita dai residenti, che la trovano quantomeno esagerata. «Non è mai accaduto nulla di grave - sostiene Lessona - Se non qualche gruppetto di ragazzi che ha deciso di ritrovarsi lì per passare un po’ di tempo». Secondo il comitato di quartiere, quindi, «è ingiustificabile privare i cittadini del parco nelle ore serali: al limite basterebbe organizzare un minimo di controlli, come succedeva prima, per evitare ogni possibile problema». Cose ben più gravi, aggiungono gli attivisti dell’associazione del quartiere Trieste, «succedono per esempio in piazza Caprera, dove alcuni residenti hanno dovuto mettere in vendita le proprie case, perché esasperati da atti vandalici e schiamazzi notturni: ma lì non interviene mai nessuno».

LA SITUAZIONE
Il parco è stato sistemato da Raffaele de Vico negli anni ‘30, sul terreno dell’antica villa del cardinale Alberoni. All’ingresso è posto il monumento ai caduti dei quartieri Salario e Nomentano nella Grande guerra. Ma Villa Paganini ospita anche una scuola elementare, succursale del VII circolo “Montessori” di via Santa Maria Goretti. I piccoli allievi, già prima della chiusura forzata delle aule per l’emergenza coronavirus, hanno dovuto convivere prima con otto pini secolari pericolanti legati con funi di acciaio, poi con decine di rami e tronchi a terra: i resti dell’abbattimento di moltissimi alberi un tempo presenti nel parco. I problemi di incuria, in effetti, assillano Villa Paganini come quasi tutte le aree verdi della Capitale - tra topi, erbacce, tronchi crollati e non rimossi - nonostante vi sia una sede del Sevizio giardini. Nel parco bivaccano alcuni senzatetto e sbandati, che spesso dormono sulle panchine. «Ma questi problemi si risolvono migliorando la manutenzione e aumentando i controlli - sottolineano al comitato di quartiere - Non certo cacciando i cittadini dalla villa».
 

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