Roma, a Villa Ada cibo scaduto e degrado: stop del Comune al cimitero illegale di animali

Roma, a Villa Ada cibo scaduto e degrado: stop del Comune al cimitero illegale di animali
di Pier Paolo Filippi
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Giovedì 18 Marzo 2021, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 11:27

Cibo scaduto, escrementi ovunque, alcolici, decine di gatti confinati in un appartamento con le finestre chiuse, un canile abusivo e un cimitero illegale di animali nel giardino. Nascondeva anche questo la colonia felina ospitata nella Dependance del Casale delle Cavalle Madri, la struttura di Villa Ada di proprietà comunale gestita dall'ex attrice Daniela Granata che il Campidoglio intende riacquisire. A scoprirlo alcuni sopralluoghi effettuati nel tempo dalla Asl e della Polizia locale.

 


LA DETERMINA
«I gatti - scrive la Asl in una nota inviata al Campidoglio - sono stati sempre rinvenuti confinati all'interno dell'appartamento, chiusi al primo piano». La struttura è in stato di degrado, con «le deiezioni presenti ovunque per le scale e sul pavimento della stanza in cui erano detenuti i gatti». Trovati nella struttura anche alcuni cani, tutti appartenenti a dei privati cittadini, segno che nella struttura era operativo anche «un canile privato ad uso ricovero privo di autorizzazione sanitaria».

Non solo.

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Da parte dei gestori, non è mai stata fornita alcuna certificazione del decesso dei felini, necessaria ai fini dell'autorizzazione da parte delle Asl per la consegna delle carcasse al presidio canile-sanitario. Gli animali, infatti - è stato scoperto - venivano seppelliti in una specie di cimitero illegale ricavato nel giardino. I cani detenuti nel giardino, inoltre, oltre a disturbare con i continui latrati costituivano anche un rischio per le persone a passaggio nel parco di Villa Ada che in alcuni casi, come accaduto a una donna attaccata insieme al proprio cane da un dogo argentino ospitato nel canile abusivo e lasciato libero. Il Campidoglio, come si legge in una determina pubblicata ieri sull'albo pretorio del Campidoglio, ha disposto la riacquisizione dell'immobile, ordinando il «contestuale rilascio della stessa sia da parte della signora Daniela Granata o di chiunque altro occupi senza titolo detta area, con l'avvertenza che non ottemperandosi entro il termine di 30 giorni dalla notifica del provvedimento, si procederà allo sgombero forzoso».

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Sì perché allo stato non si capisce bene chi occupi la struttura. Dai sopralluoghi effettuati dai vigili urbani nelle ultime settimane, spiegano dall'assessorato capitolino all'Ambiente, è emerso che nella dependance non sono più ospitati animali, come confermano anche dall'Osservatorio Sherwood. «Da qualche settimana i cani non ci sono più, ma non sappiamo come sia la situazione all'interno - dice Lorenzo Grassi di Sherwood - Finalmente comunque si fa luce su una struttura sulla quale chiedevamo chiarezza da tempo. Non solo i cani disturbavano, ma in alcuni casi costituivano anche un pericolo. Ma quello che è emerso dai sopralluoghi di vigili e Asl è preoccupante e va anche oltre quanto potevamo pensare circa una gestione che è stata sempre opaca, anche sul versante amministrativo». Oltre alla situazione igienico sanitaria, infatti, il Campidoglio contesta alla signora Granata anche i titoli in base ai quali è in possesso dell'immobile e un'inadempienza nei pagamenti dei consumi idrici. L'utilizzo della dependance del Casale delle Cavalle Madri venne concesso alla Granata, che in precedenza curava una colonia felina all'interno delle ex serre di Villa Ada, nel 2005. La durata dell'autorizzazione venne fissata in 9 anni, dunque fino al 2014, rinnovabili tacitamente per altri 9 anni in mancanza di disdetta, quindi teoricamente fino al 2023.

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GRAVI INADEMPIENZE
Secondo il Campidoglio, però, tale rinnovo automatico non si sarebbe perfezionato in quanto sono subentrate «norme imperative che dichiarano nulla ogni clausola di tacito rinnovo». In ogni caso, sottolinea il Comune, «qualora residuasse una incertezza sull'applicabilità del divieto del rinnovo tacito...», restano comunque le gravi inadempienze riscontrate nella cura degli animali e non solo, tra le quali anche aver concesso ad altre persone una parte dell'immobile senza il consenso del Comune. Inadempienze che «hanno determinato il venir meno del rapporto fiduciario instaurato con il contratto di comodato» e che hanno portato al provvedimento di riacquisizione. «Ora speriamo che si riesca a far vivere la Dependance con qualche attività di utilità sociale - spiega ancora Lorenzo Grassi di Sherwood - e che non diventi l'ennesimo immobile abbandonato dentro Villa Ada».

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