Roma, i vigili come i cowboy: vogliono la pistola “lazo”. Ecco cos'è e come funziona

Roma, i vigili come i cowboy: vogliono la pistola “lazo”. Come funziona
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 12 Settembre 2021, 01:08 - Ultimo aggiornamento: 09:51

I caschi bianchi sognano di fare i cowboy. Tra i vicoli del Centro di Roma, a colpi di lazo. L’Arvu, l’associazione romana dei vigili urbani, ha appena spedito una lettera al Comando generale per chiedere di aggiornare l’elenco degli armamenti. Oltre alla pistola, i pizzardoni accarezzano l’idea di sparare in aria lacci immobilizzanti col BolaWrap, un nuovo tipo di taser “gentile” che anziché emettere scariche elettriche, sgancia una sorta di spago che tempo un secondo si avvinghia alle gambe del bersaglio. È un sottilissimo filo di kevlar, una fibra sintetica cinque volte più resistente dell’acciaio, che si arrotola attorno ai piedi o al torso. E muoversi, a quel punto, diventa piuttosto complicato.

Malviventi bloccati da piccoli cavi

L’associazione romana dei vigili – oltre 4mila tesserati – chiede il “lazo” dopo la batteria di aggressioni subite dagli agenti durante tutta l’estate.

Pizzardoni accerchiati o colpiti a brutto muso nei rioni della movida, zuffe innescate quasi sempre dalla richiesta di applicare banalmente le regole anti-Covid. La sequenza di attacchi ha convinto quindi l’Arvu: dateci il BolaWrap.

Con meno complicanze del taser, mai digerito dalla maggioranza degli agenti romani per via delle possibili ripercussioni delle scariche elettriche, e abbastanza facile da maneggiare. 
Il nome deriva dalle “bolas”, le sfere agganciate alle corde con cui i gauchos in Argentina davano la caccia ai bovini in fuga. È stato sviluppato da un’azienda di Las Vegas (si chiama Wraptechnologies) ed è già finito da anni nella fondina di alcuni agenti di Los Angeles e Miami. Lo strumento è stato inventato proprio come alternativa al taser, anche se ha alcuni limiti, a partire da quello della distanza: il laccio va sparato quando la persona indicata dal laser è a una distanza fra i tre e gli otto metri. E c’è sempre il rischio che qualcuno, in quella frazione di secondo, possa mettersi di traverso e ritrovarsi imbrigliato tra i fili.

Ma tant’è: «Chiediamo al Comando generale di adottare quanto prima il taser di ultima generazione BolaWrap», scrive il presidente dell’organizzazione, Mauro Cordova, nella lettera inviata ieri al comandante generale, Ugo Angeloni. «Questo strumento, paragonabile ad un moderno “lazo” - aggiunge l’associazione dei caschi bianchi - è in grado di immobilizzare, senza provocare danni fisici, malviventi o persone pericolose per sé stessi o per gli altri». A detta dell’Arvu quindi, «potrebbe essere uno strumento idoneo a garantire una rapida ed efficace difesa degli agenti impegnati in operazioni di contrasto all’abusivismo o alla movida, operazioni segnate spesso da aggressioni a danno degli appartenenti del Corpo».

In Italia c’è un precedente, recentissimo, al Comune di Genova, dove è stata appena avviata una sperimentazione, con tanto di conferenza stampa e dimostrazione pratica dell’attorcigliamento dello spago. La Capitale, conclude Cordova, «non può essere da meno, per la sicurezza di tutti. Il comandante Angeloni, letta la richiesta, ci ha già convocati».

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