La Graziella no! «Siamo vigili o casalinghe?», sbotta Mauro Cordova, presidente dell’Arvu, la potente associazione romana dei vigili urbani, oltre 4mila tesserati tra i pizzardoni. Ce l’ha con le biciclette appena consegnate alla Municipale. Simil-grazielle, appunto. Ma la “Rolls-Royce di Brigitte Bardot”, così veniva reclamizzato il modello negli anni ‘60, ai caschi bianchi romani non piace. Con le sue forme gentili, senza la canna orizzontale delle bici più sportive, dice l’Arvu, sarebbe un mezzo di trasporto «umiliante, con il canestrello. Un mezzo adatto forse per le casalinghe, certo non per gli agenti in divisa». E via tuonando: «Il Comune ci ha messo alla berlina, a questo punto potevano darci un pedalò per sorvegliare Ostia». Non è solo una polemica di carta: l’associazione dei vigili è pronta a spedire un esposto al Prefetto di Roma con cui chiedere il «fermo cautelativo dei mezzi». Ci sarebbe già un appiglio, un cavillo di una legge regionale: il colore dei bicicli, rosso, non è tra quelli ufficiali della Polizia locale, gli unici adatti ai mezzi di servizio. Gli avvocati si scaldano. Per l’Arvu, il legale è Antonio Di Salvio Reale. Il Campidoglio cerca di fare slalom tra le polemiche. E rimarca soprattutto un concetto: quelle bici sono gratis. Insomma, come dice Paolo Ferrara, il delegato per la Polizia locale della Città metropolitana, «avere queste biciclette, senza spendere un euro, è già un bel passo avanti».
Le simil-grazielle sono state consegnate ai vigili a ridosso di ferragosto, con tanto di cerimonia al Comando, photo opportunity e la sindaca Virginia Raggi che spiegava su Facebook: «Aumentano i mezzi a disposizione dei nostri agenti della Polizia locale, altre 10 bici a pedalata assistita sono entrate a far parte della flotta del Corpo di Roma Capitale».
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La lettera
A neanche 24 ore dalla presentazione dei bicicli, l’associazione dei vigili urbani già spediva in Comune una lettera dai toni bellicosi: «Grazie per averci messo alla berlina dell’intera città e non solo. Di questo passo, attendiamo i pedalò per Ostia e i monopattini». Ecco spuntare allora il cavillo: le bici rosse sarebbero una «palese violazione dell’articolo 16 della legge Regionale 1/2005, che prevede che i mezzi di servizio debbano corrispondere a determinati criteri e colori, certamente il rosso non è previsto tra questi, basta posare lo sguardo sulle nostre auto di servizio».
Replica il Campidoglio, col delegato Ferrara: «Siamo aperti a qualunque miglioramento, per carità, ma evitiamo le polemiche sterili». Si vedrà come andrà a finire la disputa. Nessuno, in ogni caso, queste bici le vuole buttare. Nemmeno l’Arvu: «La sindaca ritorni sulla sua decisione - la lettera si conclude così - e doni in regalo questi mezzi a pedalata assistita a qualche casa famiglia o ente similare, togliendoci però dall’imbarazzo di circolarci sopra».
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