L’assessore al Commercio, Carlo Cafarotti, ha dovuto fare una circolare per ricordare che possono restare aperti soltanto i banchi alimentari, in strutture al chiuso, dove ogni singola attività è delimitata da transenne e all’esterno del perimetro c’è personale in grado di centellinare gli ingressi. Off limits, quindi, chi non rispetta queste condizioni, anche se al chiuso, e tutti i mercati in strada o i furgoncini. «Sui 142 mercati romani - nota il segretario romano della Cna Stefano Di Niola - 65 ricadono nel provvedimento di chiusura. Non vogliamo sembrare insensibili alla salute pubblica, ma il decreto dice altro. Poi la perdita di fatturato stimata per i banchisti romani è di circa un milione e mezzo di euro al giorno».
Intanto, nella stessa circolare, viene indicato la sospensione di tutte le attività commerciali al dettaglio, eccezion fatta per generi alimentari (dalle salumerie agli ipermercati) e di prima necessità, e artigianali. Anche nei centri commerciali. Aperti, garantendo la distanza minima di un metro, anche edicole, tabaccai, farmacie, parafarmacie, negozi di informatica, benzinai, ferramenta, articoli igienico-sanitari. In funzione i servizi di ristoro degli autogrill, delle stazioni e degli aeroporti. Per effettuare i controlli (giovedì ne sono stati effettuati 10mila, sanzionando 5 persone) pattuglie in tutti municipi, nei mercati e nelle zone della movida, lasciando però i presidi in aree nevralgiche come Fontana di Trevi o Termini. Rafforzati, con blitz, i controlli anche sul litorale. Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno addirittura diffidato la polizia locale capitolina dal mandare in giro gli agenti senza mascherine.
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