Vigili Roma, per il comandante Di Maggio nuovo incarico: un pool per la sicurezza

Vigili Roma, per il comandante Di Maggio nuovo incarico: un pool per la sicurezza
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 14 Giugno 2020, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 11:40

Un ruolo da super-consulente, al vertice di un pool che si occupi di monitorare la lotta all’abusivismo e il rispetto della legalità nella Capitale. È l’incarico che il Campidoglio è pronto a offrire ad Antonio Di Maggio, il comandante generale della Polizia locale che a sorpresa lascerà i caschi bianchi tra due settimane, come svelato ieri dal Messaggero. Virginia Raggi avrebbe voluto tenerlo sulla plancia della Municipale per un altro anno, in tempo per arrivare alla scadenza del mandato e quindi alle elezioni. Uomo d’ordine, alla testa dei vigili che sgomberarono le ville dei Casamonica al Quadraro e che sfrattarono gli Spada dalle case popolari di Ostia, Di Maggio in due anni è riuscito a governare un Corpo, quello dei pizzardoni romani, di complicata gestione, tra vecchi scandali, vedi le assenze del Capodanno 2014, e truppe di sindacalisti solitamente bellicose.

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La sindaca però non è riuscita a strappare dal governo nazionale una deroga (sarebbe stata la seconda) che permettesse ai pensionati della pubblica amministrazione di rimanere in carica a titolo gratuito in ruoli di dirigenziali. C’era riuscita un anno fa, pochi giorni prima che Di Maggio si ritirasse. Stavolta il pressing non è andato a dama, anche perché governo e Parlamento sono affaccendati su tutti altri temi ed emergenze. Tra proposte di legge e decreti in discussione, di fatto non c’è più uno strumento che possa introdurre sul filo di lana una nuova deroga, che peraltro avrebbe carattere generale - nessuna norma ad personam, ovviamente - tema su cui quindi toccherebbe anche trovare un’intesa politica nella maggioranza rosso-gialla.

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Restano i paletti della vecchia legge, che però non impediscono di conferire incarichi politici - purché non apicali o dirigenziali - ai pensionati di Stato. Ecco allora il ruolo che si va prefigurando per Di Maggio: un super-consulente (sempre gratis, come fa da un anno) a cui affidare un pool che monitori la legalità cittadina, la lotta all’abusivismo, la sicurezza. I temi di una carriera quarantennale sotto l’uniforme dei vigili (il primo incarico da «istruttore di Polizia municipale al Comune di Roma», per Di Maggio, risale al gennaio 1983). L’anno scorso, prima della deroga concessa in extremis, a Palazzo Senatorio si era ipotizzato per il comandante uscente un ruolo da assessore alla Sicurezza, postazione che però non avrebbe convinto lo stesso Di Maggio, oltre al fatto che c’è già un delegato per quel settore, il vicecapo di Gabinetto di Raggi, Marco Cardilli.

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Per la successione al vertice della Polizia locale, è corsa a due: in pole c’è un generale dell’Esercito, Paolo Gerometta, ora “in ausiliaria” dopo missioni in Kosovo e in Libano. È arrivato in Campidoglio un anno fa, col placet della Difesa, si sta occupando della divisione Risorse Umane dei vigili, ha preso confidenza con la “macchina”. L’altra soluzione è tutta interna, uno dei vice di Di Maggio, Stefano Napoli, oggi a capo della Sicurezza Urbana, sociale ed emergenziale. I curricula sono sulla scrivania di Raggi: la scelta è prevista per la prossima settimana, il lavoro non manca, a partire dal rafforzamento dei controlli anti-Covid. Il contratto di Di Maggio scade il 30 giugno. In attesa che, come si augurano in Campidoglio, accetti la nuova sfida.

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