Roma, allerta varianti negli ospedali: ricoveri e terapie intensive tornano a salire. Ecco perché

Varianti, negli ospedali i ricoveri tornano a salire
di Flaminia Savelli
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 00:26

«Ci preoccupano i numeri che stiamo registrando negli ospedali della provincia e l’incognita delle varianti del Covid. Il nostro obiettivo, è evitare che arrivi una nuova ondata. Ma i casi e i nuovi positivi sono in aumento: le prossime due settimane saranno determinanti per capire in che direzione stiamo andando». Così Antonio Magi, presidente dell’ordine dei Medici, commenta - numeri alla mano- gli ultimi dati regionali e della rete ospedaliera. «L’aumento è lento e costante - sottolinea il presidente Magi - non dobbiamo farci trovare impreparati». A preoccupare sono dunque i prossimi scenari e come annunciato già lunedì dal ministro della Salute, Roberto Speranza: «Le prossime settimane non saranno facili». L’attenzione è rivolta agli accessi dei pronto soccorso, ai letti occupati nei reparti Covid e a quelli della terapia intensiva: parametri decisivi per la valutazione del “colore” della fascia. Insieme a quelli dei contagi che nel Lazio, in una settimana, sono aumentati del 30 per cento. Una delle regioni ancora in fascia gialla grazie all’indice di trasmissione sotto l’1. Anche se in provincia di Roma, sono già cinque i comuni in fascia “arancione”. Tutti comuni blindati dopo la crescita dei nuovi positivi e i casi di variante accertati.

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I NUMERI

La flessione dei nuovi positivi ha fatto scattare i primi campanelli d’allarme. «Nell’ultima settimana abbiamo registrato un aumento di accessi del 20% nei pronto soccorso» dice Giulio Maria Ricciuto, presidente Simeu Lazio e direttore del DEA dell’ASL Roma 3. «Il dato va spalmato su tutti gli ospedali regionali, abbiamo ancora margine - precisa- ma la crescita e l’effetto delle varianti, possono cambiare questo quadro molto velocemente».

I primi aumenti si sono registrati anche nella rete ospedaliera, rafforzata durante la seconda ondata della pandemia. Lo scorso novembre dalla Regione era infatti partito l’ordine di chiudere reparti e padiglioni per convertire i letti e assicurare i ricoveri: dei 3 mila posti Covid, ne sono attualmente occupati 1831. 64 in più rispetto a domenica. Dei 400 delle terapie intensive invece, sono 226 quelli occupati.

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L’INCOGNITA VARIANTI

Secondo l’ultimo rapporto sulle mutazioni da Coronavirus, i cinque laboratori dello Spallanzani hanno sequenziato 169 tamponi di casi sospetti. Di questi, 49 sono risultati positivi alla Variant of Concern, classificata come VOC 202012/01 e conosciuta appunto come variante inglese. «Ormai sappiamo cosa aspettarci quando i contagi iniziano a salire lentamente. A questo si aggiunge il problema delle varianti, altamente contagiose ma su cui, in ospedale, possiamo fare ben poco». Ai medici in corsia sono stati infatti riportati gli indicatori da seguire per individuare i sintomi di una mutazione in un paziente Covid. A quel punto, viene inviata la richiesta alla Asl per il sequenziamento del tampone di un caso sospetto. Un processo lungo: «Per un tampone da analizzare ho inviato 4 lettere di sollecito all’azienda- racconta il dottor Ricciuto- il fattore tempo, come abbiamo ormai imparato da questa malattia, è determinante. La richiesta è quella di poter inviare direttamente dall’ospedale i test in laboratorio. In questo momento non siamo in grado di sapere, e quindi separare, i malati Covid da quelli contagiati dalle varianti».

 

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