Lazio, variante Delta, allarme contagi: «Tracciamenti in tilt», saltano le catene dei contatti per l’omertà

Lazio, variante Delta, allarme contagi: «Tracciamenti in tilt», saltano le catene dei contatti per l’omertà
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 30 Luglio 2021, 00:20

Ormai è certo: nel Lazio la variante Delta è predominante e tende ad espandersi ancora. Il Seresmi, l’ufficio che da dentro lo Spallanzani analizza l’andamento della pandemia, ha censito ieri come la temuta mutazione del Covid sia arrivata ad una circolazione dell’80,9% e che nel 92,7% dei casi chi si infetta o non si è vaccinato oppure è coperto soltanto dalla prima dose. 

Variante Delta, allarme nel Lazio sui tracciamenti


Ancora: a contagiarsi maggiormente sono i ragazzi con un’età media che si è drasticamente abbassata a 24 anni. Risultato? L’indice Rt è arrivato a 2, come giorni fa aveva previsto l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato in un’intervista a Il Messaggero. L’unica consolazione è data dal tasso delle occupazioni nei reparti ordinari e nelle terapie intensive che non ha raggiunto ancora livelli d’allarme, restando invece entro i limiti previsti per la zona bianca. Tuttavia in questo contesto dove proprio la variante Delta, analizzano dallo Spallanzani, non è per nulla intenzionata ad affievolirsi diventa sempre più complicato garantire il “contact tracing”.


IL NODO
A far emergere tutte le difficoltà nel condurre il tracciamento, l’ultimo cluster divampato nel campeggio Sant’Anastasia a Fondi. Qui a fronte di 550 turisti, 15 sono risultati positivi ma ieri l’Asl di Latina è riuscita a condurre i tamponi solo su 247 persone (tra cui 70 impiegati e dipendenti della struttura) mentre gli altri - 50 dei quali già in isolamento perché contatti diretti dei contagiati - non hanno svolto il test che sarà riproposto lunedì. Delle analisi svolte non sono emersi altri positivi mentre il sindaco di Fondi ha firmato un’ordinanza per vietare l’animazione e dunque momenti di assembramenti, l’uso delle mascherine all’interno del camping. Da molte Asl della Regione e della Capitale poi arrivano segnalazioni per acclarati episodi di omertà da parte di chi viene trovato positivo e non ricorda o non sa dove è andato o con chi ha trascorso la serata. Nella Capitale molti dipendenti dei Sisp sottolineano un paio di aspetti che dovrebbero far scattare i campanelli di “allarme”: se viene trovato un positivo che ammette di essere stato, ad esempio, a cena fuori o in un locale, lo stesso positivo spesso non ricorda con chi ha trascorso la serata. Gli esercizi dal canto loro non sono obbligati a registrare tutti i clienti, può bastare anche un solo nome per tavolata che magari risponde al telefono ma dice di essere stato da solo quella sera a cena fuori. In più Giampiero Pirro, medico di Portonaccio e responsabile comunicazione della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale sottolinea un dato: «Sempre più persone stanno facendo ricorso al test a domicilio, quello che si acquista anche on-line e che dunque non per forza viene rintracciato dalle Asl se la persona che lo svolge non denuncia poi il risultato». Ma non solo, sempre dai Sisp arrivano segnalazioni di persone che violano la quarantena o l’isolamento precauzionale perché entrate in contatto con un positivo. I medici se le ritrovano in strada quelle persone o addirittura al supermercato.
LA GIORNATA
Intanto nel Lazio i casi continuano a salire. Ieri si è raggiunta la soglia di 780 nuovi positivi, più otto sul giorno precedente, mentre a Roma i contagi arrivano a 476: 75 in più rispetto a mercoledì. Scendono i decessi ma continuano a salire - anche se con una velocità ben diversa dai contagi - i ricoveri: più 11 per un totale di 273 pazienti nei reparti ordinari e 39 pazienti (più tre in 24 ore) nelle Terapie intensive. Secondo la Regione l’indice Rt dovrebbe iniziare a scendere dalla prossima settimana e con esso, forse, anche il numero dei nuovi positivi.
 

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