Cinema America, insulti social dopo l'aggressione: Carocci finisce sotto tutela

Cinema America, insulti social dopo l'aggressione: Carocci finisce sotto tutela
di Marco Pasqua
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Giovedì 23 Luglio 2020, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 13:32

«Chi canta in Questura è un infame di natura». L'aggressione fisica al leader del Cinema America, Valerio Carocci, ha una coda social, fatta di insulti e nuove minacce, tutte firmate dai centri sociali. A partire da quell'Acrobax, lo spazio occupato nel quartiere Marconi, in cui milita L.R., classe 1987, denunciato per aver tentato di strangolare Carocci, sabato scorso, a Trastevere. Tanti i commenti, i post (persino di solidarietà per il compagno denunciato) da parte degli antagonisti che al Cinema America rimproverano di aver collaborato con le forze dell'ordine. L'anno scorso, subito dopo l'aggressione da parte di alcuni estremisti di Casapound verso 4 ragazzi che indossavano la tshirt amaranto del cinema, Carocci si era rivolto alla Digos.

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«Quello è un infame», scrissero all'epoca gli estremisti di sinistra. Adesso lo stesso errore, dal punto di vista di una galassia che ritiene la collaborazione con chi indossa una divisa qualcosa di deprecabile. Così, ieri mattina, intorno all'ora di pranzo, approfittando di un momento di distrazione da parte della vigilanza in borghese su piazza San Cosimato, un ragazzo sempre legato ad Acrobax, ha affrontato Carocci e lo ha insultato. Per questo, l'attenzione da parte della Digos intorno alle arene dell'America (che sono, oltre che a Trastevere, alla Cervelletta e ad Ostia), è massima: il presidente dell'associazione, adesso, è sempre seguito da due agenti di polizia in borghese, appiedati o in auto.

Il ragazzo denunciato per l'aggressione di sabato scorso (che ha precedenti per danneggiamento e invasione di edificio) parlando con la polizia avrebbe ammesso le proprie responsabilità e, soprattutto, avrebbe lasciato intendere di non voler tornare a minacciare Carocci. Intanto ieri mattina, sulla pagina Facebook del collettivo comunista Militant, ha lanciato un messaggio chiaro, sugli infami che parlano con la Questura. «Ho paura perché non mi sento libero di camminare serenamente nelle aree limitrofe ai luoghi interessati dagli eventi organizzati dalla mia associazione e di lavoro ha scritto il presidente dell'America nella denuncia presentata alla polizia, l'ultima delle tre dopo altrettante aggressioni, verbali o fisiche - che sono anche i luoghi che frequento abitualmente e in cui sto vivendo, nel caso di Trastevere».

Altre minacce gli erano state rivolte in piazza San Calisto, luogo che frequenta abitualmente, essendo a due passi dall'arena. L'anno scorso, subito dopo l'aggressione ai ragazzi dell'America da parte degli estremisti di CasaPound, gli antagonisti di Acrobax, scrissero un post in cui, di fatto, prendevano le distanze da Carocci e lo accusavano di voler collaborare con la Questura.

Queste minacce, ovviamente, non fermano le arene e, anzi, il gruppo di ragazzi e ragazze che lavorano all'organizzazione sono ancora più determinati: «Questi episodi non intaccano la nostra determinazione nel fare questo lavoro che, lo ricordiamo, mira a portare la luce in tutti luoghi dimenticati di questa città, da San cosimato alla Cervelletta e Ostia». E, ieri, Paola Cortellesi e Riccardo Milani hanno salutato con affetto Carocci, presentando, a San Cosimato, Il posto dell'Anima.
 

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