La notizia è al tempo stesso positiva e beffarda. Iniziamo dal bicchiere mezzo pieno: nel Lazio dal primo marzo sarà possibile, finalmente, vaccinarsi contro il Covid-19 presso il proprio medico di famiglia, come moltissimi di noi hanno già fatto per l'influenza. Ed ecco la parte vuota del bicchiere: i vaccini saranno pochissimi, appena una ventina per ognuno dei 4.000 medici di base che hanno aderito all'iniziativa.
Inevitabili le polemiche anche se l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, è esplicito: «E' inutile che qualche medico si lamenti o faccia ironia.
Vaccino, chi ha la precedenza
Il vaccino sarà l'Astrazeneca che ha bisogno di un richiamo dopo tre mesi. Si inizierà dai pazienti che hanno 65 anni e quindi dalla classe 1956. Nei prossimi giorni basterà inviare una mail o fare una telefonata al medico che inizierà a fare le sue liste di prenotazioni. Il vaccino Astrazeneca è molto facile da usare perché si conserva nei frigoriferi normali esattamente come i sieri anti-influenzali e ha anche il pregio di costare poco alle casse pubbliche.
I medici riceveranno un compenso per ogni vaccinazione che ammonterà a 12 euro. Lo Stato prevede di spendere circa 60 milioni di euro sotto forma di indennità per i medici di famiglia che dovrebbero vaccinare entro l'estate circa 5 milioni di italiani. Da aprile - con ogni probabilità perché al momento non c'è ancora l'autorizzazione - ai medici sarà riservata anche quote del vaccino Jhonson&Jhonson che è monodose e quindi facilissimo da utilizzare.