Vaccini under 18 Lazio, D'Amato: «Domenica 16 gennaio nuovo open day. A fine mese fuori dal picco»

«L’obbligo? Deve essere esteso a tutti, anche ai bambini contro il Long Covid»

D’Amato sui vaccini: «Domenica open day per gli under 18. A fine mese fuori dal picco»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 00:48 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 08:54

Lo ripete fin dal primo giorno della campagna vaccinale e lo ha ribadito anche nelle ultime ore, con la riapertura delle scuole: «Non ci deve essere la corsa al tampone ma la corsa al vaccino». Solo così, per l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, si potrà uscire dall’emergenza. 

Assessore D’Amato attenzione massima ai più giovani con open day dedicati, come saranno organizzati?
«Si parte domenica per i 12-17enni a Roma, Rieti e Frosinone, stiamo definendo gli ultimi dettagli, solitamente questi open day contano 10 mila vaccinazioni».
Diecimila slot disponibili?
«Attualmente facciamo già 65 mila somministrazioni al giorno per i prenotati, queste sono dosi aggiuntive e saranno garantite per i ragazzi». 
Prenderà in considerazione l’ipotesi di vaccinare i ragazzi dentro alle scuole? 
«No, si prosegue con i centri vaccinali e gli hub oggi attivi».
Capitolo ospedali: è inevitabile che all’aumento dei casi positivi cresca anche l’occupazione dei posti letto. La Regione ha già aumentato i posti di degenza, c’è un altro aumento in vista?
«Ora abbiamo più di 2 mila posti messi a disposizione in area medica e al momento sono proporzionali all’andamento della curva pandemica. Ci aspettiamo che vi sia una progressiva riduzione a partire dalla fine del mese».
Cioè dovremmo riuscire a dire che abbiamo superato la fase critica dell’ultimo periodo?
«Sì, dopo la terza settimana di gennaio. Dovremmo scavallare il picco, perché come in ogni fase pandemica c’è un’ascesa che è legata all’aumento dell’incidenza, dell’indice Rt ma poi man mano si va calando. Con questa nuova variante abbiamo visto, dov’è avvenuto prima di noi, che la curva è stata di 6-8 settimane per cui a fine gennaio staremo su quel crinale e dovremo aver raggiunto il picco scalando progressivamente».
Quindi esclude per il Lazio il passaggio in zona arancione?
«Non possiamo escludere nulla, sono sempre questioni legate all’incidenza, al rispetto delle regole e all’andamento della campagna vaccinale. Su quest’ultima noi stiamo spingendo al massimo con le dosi che abbiamo e stiamo stabilmente sopra i target fissati dalla struttura commissariale, abbondantemente anche sopra il 50%. Per quanto riguarda le regole mi sembra che ci sia una buona adesione della cittadinanza, si sta rispettando l’uso delle mascherine per cui vediamo, non sarà un discorso delle prossime settimane però non si può neanche escluderlo». 
Over 50: nel Lazio quando è scattato l’obbligo vaccinale risultavano più di 118 mila persone target senza prima dose. Quante ne sono state recuperate?
«Le somministrazioni delle prime dosi sono triplicate negli ultimi giorni e parliamo di circa 40 mila persone raggiunte. Questo sicuramente è di buon auspicio per mettere in sicurezza quella classe di età che rischia di più se entra in contatto con il virus». 
Lei estenderebbe l’obbligo a tutti?
«Assolutamente, perché abbiamo capito che il contrasto a questa pandemia e alle varianti passa attraverso la più estesa copertura vaccinale possibile. Nelle prime fasi, un anno fa, quando partimmo con la campagna vaccinale avevamo di fronte delle varianti che avevano un tasso di replicazione cinque volte più basso rispetto a quello attuale per cui anche la cosiddetta immunità di gregge era raggiungibile al 90%. Nel momento in cui il virus mutato si trasmette con più facilità è chiaro che l’immunizzazione passa attraverso la completa copertura vaccinale per cui io sono assolutamente favorevole all’obbligo anche perché adesso la pressione sulla rete ospedaliera soprattutto nelle Terapie intensive è legata a chi o non si è vaccinato oppure non ha completato il percorso».

 


Obbligo anche per i bambini?
«Sì anche per i più piccoli al fine di evitare gli effetti del “long Covid”. Dobbiamo rendere la situazione endemica e per farlo bisogna controllare e vaccinare, fare diventare il virus analogo a quello influenzale, con una campagna vaccinale annuale».
Andremo verso la quarta dose?
«Ce lo devono dire gli scienziati noi siamo comunque pronti, la cosa importante però è che se dobbiamo farla ce lo devono dire per tempo. Con le dosi booster se fossimo partiti un mese prima avremmo raggiunto oggi delle performance migliori. Oggi un adulto su due ha fatto la dose booster per cui abbiamo superato i 2,5 milioni di terze dosi è chiaro che se fossimo partiti prima avremmo avuto 3,5 milioni». 
I fragili e i medici a febbraio seguendo il modello Israele dovrebbero fare la quarta dose
«Esattamente, per cui se deve essere presa questa decisione che sia presa per tempo, viceversa se non sarà necessaria ci adegueremo però evitiamo la situazione odierna per cui si è andato progressivamente inserendo target di categorie».
Una domanda politica: Carlo Calenda appoggerebbe una sua candidatura a Governatore del Lazio lei che fa? Ci sta pensando?
«Io sono in modalità Covid, in questa fase la priorità assoluta è mettere in sicurezza il Lazio e il Paese e a questo stiamo e sto dedicando tutte le energie.

Poi ogni cosa si vedrà al momento opportuno. La cosa importante dal punto di vista politico è valorizzare l’esperienza del governo Zingaretti che è un campo largo del riformismo italiano. Questa è una Regione che qualche anno fa produceva disavanzo sanitario tra i più alti d’Italia e non aveva i livelli essenziali di assistenza neanche minimi oggi abbiamo un quadro diverso, è stata fatta una grande azione di riforma e oggi veniamo visti come un modello».

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