IL MECCANISMO
La pratica viene avviata ma il prestito tarda ad arrivare e così il gruppo dei quattro usurai decide di farsi avanti proponendo alla giovane donna il prestito ma con l’applicazione di tassi di interesse mensili oscillanti tra il 20 e il 25%.
La ragazza accetta e riesce in più tranche a mettere insieme 5.600 euro. Poi l’amara sorpresa perché una volta rientrata del debito con 10 mila euro, il gruppo non l’ha più lasciata in pace ma continuava a chiederle soldi con telefonate, messaggi e appostamenti. Nel corso degli ultimi anni, anche dai documenti sequestrati nel patronato, sono emerse molte altre vittime: gli approfondimenti condotti di finanzieri hanno accertato un più ampio sistema illecito perpetrato a danno di almeno altre dieci persone che vedendosi negare il finanziamento legale avevano fatto ricorso alla Di Martino ai suoi figli e al “finanziatore”. Tutti insieme, per evitare di farsi scoprire, parlavano in codice sia al telefono che nelle stanze del patronato. Un gergo cifrato secondo cui i prestiti erano «torte» o «feste», le rate «regali» e gli interessi «le candeline».
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