Roma, le pratiche ferme all'Ufficio condoni: «Per sbloccarle dovevi pagare»

Roma, le pratiche ferme all'Ufficio condoni: «Per sbloccarle dovevi pagare»
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Giugno 2020, 08:14

Nella vecchia scuola di via di Decima è rientrata solo metà dei travet dell'Ufficio Condono. Si lavora tre giorni a settimana dietro la scrivania, il resto a casa, a rotazione. Lo tsunami dell'inchiesta, gli arresti dei colleghi, la gazzella dei carabinieri all'ingresso, si abbatte su questa palazzina a ridosso del Gra, zona Poggio del Torrino, periferia Sud della Capitale, con una coda di amarezza, più che di stupore. Poche facce sorprese. «In azienda di questi episodi già se ne parlava, del resto risalgono al 2016...», confida Giuseppe Noviello, amministratore delegato di Risorse per Roma, la partecipata comunale che presta una parte dei dipendenti all'ufficio Condono. Quattro dei sei arrestati fanno capo a questa società.

Roma, tangenti e vacanze: la vita dorata del funzionario che “aggiustava” gli abusi all'ufficio condono

Noviello, ingegnere classe 1945, una carriera tutta nel settore privato prima di essere chiamato da Raggi a febbraio 2018, è consapevole che il tarlo di base, al di là della singola vicenda giudiziaria, è la mole di faldoni che si è accumulata negli anni. «Quante pratiche sono? 170mila, vanno ancora esaminate richieste degli anni 80! Da amministratore pubblico, anche se sono in carica da poco, non posso commentare, ma da cittadino lo dico: è incomprensibile che certi iter rimangano bloccati all'infinito».
Davanti a questo sterminato ammasso di fascicoli che anziché sgonfiarsi si moltiplicava anno dopo anno - un quarto dei casi, fa sorridere, è «urgentato», 40mila richieste... - la tentazione di ricorrere a scorciatoie illegali può diventare più frequente, soprattutto se c'è chi è pronto a sfruttare le crepe della burocrazia al rallentatore per favorire questo tipo di traffici. «L'occasione fa l'uomo ladro - riprende l'ad di Risorse, Noviello - se le procedure sono elefantiache, è più facile che qualcuno cerchi altre vie». Al dipartimento Urbanistica c'è chi lo dice ancora più esplicitamente: «Perché così tante pratiche ferme? Se venivano lavorate solo quelle dove venivano pagate le mazzette è evidente che si era bloccato tutto...», così si sfoga un dirigente, che chiede l'anonimato.

Roma, tangenti all'Ufficio condono per sanare gli abusi: sei arresti al Comune

Nella sede della partecipata c'è chi ricorda le difficoltà di questi anni per chi ha provato a cambiare schema, ad esigere controlli e trasparenza. Come l'ex presidente e ad, Massimo Bartoli, uno dei pochi a difendere dagli attacchi interni il generale in congedo Damiano Apostolo, ingaggiato dalla municipalizzata proprio per vigilare sui condoni. Il primo a denunciare, dopo le minacce dei colleghi.
I TRASFERIMENTI
In Campidoglio qualcosa è stato fatto: alcuni degli indagati erano stati trasferiti, dal 2018 in poi, su input dei nuovi vertici del dipartimento Urbanistica. C'è anche un piano per mettere tutta la procedura di condono online. «Dalla visura degli atti al rilascio della concessione, tutto su internet. Così si riducono i rischi - conclude il capo di Risorse, Noviello - Potremmo farcela in 3-4 anni a smaltire quanto non è stato fatto in trenta». Per alcuni atti, la digitalizzazione è già partita.
Chi è stato arrestato ieri, intanto, sarà sospeso: si aspetta solo la notifica degli atti da parte della Procura. Poi, niente stipendio. Almeno fino a quando dureranno le misure cautelari.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA