Ucraina, profughi, il piano del Lazio: «Allertati tutti gli ospedali»

Si prevede l’arrivo di oltre 20mila persone. Tamponi e vaccini per chi ne avrà bisogno

Ucraina, profughi, il piano del Lazio «Allertati tutti gli ospedali»
di Francesco Pacifico
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Lunedì 28 Febbraio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 18:40

L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha già preallertato i principali presidi pediatrici del Lazio: «Dobbiamo essere pronti per curare i bambini feriti e mutilati in guerra». L’Italia dovrebbe accogliere il 13 per cento dei profughi ucraini, al momento si ipotizza oltre 20mila persone, ma il numero è destinato a crescere. E mentre a livello centrale e locale ci si organizza su come assistere questa gente - oggi è prevista una riunione tra la protezione civile nazionale e quelle territoriali, compresa quella del Lazio - le autorità sono in preallerta anche sul fronte sanitario. In primo luogo su quello del Covid e del rischio di nuovi contagi.

La mappa dell'accoglienza nel Lazio


RITARDI
Sì perché, in Ucraina soltanto un terzo della popolazione ha completato le vaccinazioni anti Covid.

Il tutto mentre nel Paese sotto le bombe russe - ha denunciato l’Organizzazione mondiale della sanità - stanno emergendo anche casi di poliomielite. Di conseguenza, con l’arrivo dei profughi, si teme una recrudescenza anche dei contagi nel Lazio, che ieri ha visto i nuovi casi giornalieri scendere a 3.900.

 


Come in passato quando si temeva l’arrivo a Roma di popolazioni da Paesi dove la campagna vaccinale andava a rilento (Romania, Bulgaria come Brasile o India e Bangladesh) le autorità sanitarie sono pronte a predisporre presidi per fare i tamponi alle stazioni dei pullman, vicino ai caselli autostradali e in aeroporto per chi ha terminato il percorso vaccinale.


LE PRIORITÀ
Secondo D’Amato, però questa non è al momento la questione principale: «Faremo tutti i controlli, ma chi arriva a Roma, e non è vaccinato, se vuole può farsi inoculare senza alcuna prenotazione. Basterà andare nei centri vicini alle stazioni dei bus, penso a quello di Ostiense. Da parte nostra c’è la massima disponibilità. Ma secondo me è un problema secondario, rispetto a quello che dovremo affrontare». 


D’Amato, infatti, guarda infatti allo stato di salute dei profughi, «soprattutto ai bambini. Ora la cosa principale è l’assistenza ai feriti e ai bambini. Molti di loro potrebbero essere mutilati. Noi siamo pronti se ci dovesse essere bisogno. Ovviamente aspettiamo le indicazione del nostro governo».
Come già avvenuto nei mesi scorsi con i profughi afghani dopo la caduta del Paese in mano ai talebani, saranno attivati ospedali per le eccellenze pediatriche come il Bambino Gesù, il Gemelli o il Policlinico Umberto I e il Cto, soprattutto sul fronte ortopedico. Poi ci sono tutte le cure da erogare a persone che arriveranno molto affaticate dai lunghi viaggi per uscire dall’Ucraina.


IL PRECEDENTE 
Più in generale, anche se i numeri saranno diversi, per l’assistenza ai profughi ucraini si guarderà a quanto già messo in campo per gli afghani arrivati in Italia. La Regione, per esempio, è pronta a trovare degli alberghi - potrebbero servirne una decina - per ospitare le famiglie in arrivo da Kiev. In caso di maggiori necessità di spazi, scenderà anche in campo il Comune con centri di accoglienza, immobili del Demanio o palestre delle scuole.
Le autorità competenti con la Prefettura, poi, sono pronte a costruire una rete che comprenderà le comunità ucraine già presenti in Italia, le cooperative e le associazioni per garantire la i servizi di mediazione linguistica-culturale garantito oltre alle Asl, che si occuperanno anche di fornire l’assistenza di natura psicologica. 
 

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