Roma, «Mio marito ucciso dal cane, ma non posso seppellirlo»

Roma, «Mio marito ucciso dal cane, ma non posso seppellirlo»
di Alessia Marani
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Domenica 7 Aprile 2019, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 09:47

«Dopo più di quindici giorni dalla sua morte, neanche il funerale posso fare a mio marito. Non ho avuto il nullaosta dalla magistratura sebbene nessuno abbia disposto l'autopsia, né il nostro cane, Tiago, che secondo gli inquirenti ha sbranato e ucciso Gianluca, è stato messo sotto sequestro in attesa di ulteriori indagini. È al canile, ma io non posso riprenderlo in queste condizioni. È stato davvero lui ad ammazzarlo? E se sì, come potrei rimetterlo in casa a con i miei figli? Oppure è stato un altro cane ad azzannarlo e Tiago lo ha difeso? Qualcuno deve darmi delle risposte». Isabella Longoni, la moglie di Gianluca Romagnoli, il grafico pubblicitario di 43 anni trovato lacerato in un pratone di Colle del Sole, sulla Prenestina, il pomeriggio del 21 marzo, è disperata.

Sbranato a morte dal cane, un testimone: «Forse non è il suo ad averlo aggredito»
 



Il cane che amava tanto, un corso, lo avrebbe morso fino a farlo morire dissanguato. Ma Isabella che, in un primo momento, sconvolta alla vista di Gianluca a terra esanime, con Tiago vicino con il muso sporco di sangue, ha pensato che potesse essere stato lui ad aggredirlo («una volta si era rivoltato contro mio figlio più piccolo», aveva detto alla polizia) adesso ha la testa piena di dubbi. «Mi sono ricordata che Gianluca un paio di giorni prima - racconta - mi aveva detto che, portando a spasso Tiago, si era imbattuto in un grosso cane grigio rabbioso che li aveva spaventati. Quel prato è frequentato anche da pastori con le loro pecore e i cani - aggiunge -. Ho ripercorso il tratto di terreno in cui Gianluca è morto. Ci sono i segni di un combattimento che si è trascinato per quasi 30 metri. Per terra c'erano le piume del suo giubbetto, pietre e bastoni intrisi di sangue, forse usati da lui per difendersi. Non è così scontato che sia stato Tiago ad addentarlo. E non è possibile fugare i dubbi senza un'autopsia, vanno fatti tutti i riscontri di laboratorio su Dna, arcata dentale, tracce biologiche». Gli stessi dubbi erano venuti ai vicini di casa: «Mi sembra impossibile che il cane, per quanto aggressivo, si sia rivoltato a Gianluca che lo adorava tanto», aveva detto Marco, tra i primi ad accorrere.

LE RICHIESTE
Isabella ha preparato una memoria sulla vicenda e venerdì mattina ha bussato alle porte della Procura a piazzale Clodio per consegnarla e chiedere di avviare delle indagini sulla morte del marito e non archiviarle. «Prima nell'ufficio del pm - spiega - mi hanno detto di aspettare, poi però il magistrato, quando è arrivato alle 14, non mi ha ricevuta e anche la memoria non è stata accettata: non era l'ufficio giusto, dovevo portarla altrove. Ma ormai se ne parla lunedì (domani, ndr) e i giorni passano. Il corpo di mio marito è all'obitorio, io sono disperata, al dolore immenso si aggiunge questo senso di impotenza, di abbandono. Questa tragedia non si è consumata nel giardino di casa, ma in un luogo pubblico, senza alcun testimone. Non si può dare nulla per scontato. Va verificato o escluso del tutto che in giro non ci sia un altro cane pericoloso, il vero killer, libero di fare ancora del male».

ALLA MURATELLA
La tragedia era avvenuta intorno alle sei del pomeriggio in via Biffi. Gianluca era uscito per la solita passeggiata con Tiago, il suo cane da tre anni. Isabella non vedendolo rientrare a casa, verso le 19, era uscita per andarlo a cercare insieme al bambino più piccolo di 7 anni. Gianluca era nel prato, immobile, «non respirava più», una profonda ferita alla mano e al braccio destro che gli ha reciso l'arteria omerale. Sul posto era arrivata la polizia, Tiago da allora è affidato al canile rifugio della Muratella. Terminati i 10 giorni di profilassi antirabbica, non essendo sequestrato dalla Procura, il cane classificato come «morsicatore di proprietà» potrebbe, paradossalmente, tornare a casa. Alla Muratella, all'indomani della tragedia, nonostante la presunta pericolosità dell'animale, in molti avevano chiamato per poterlo adottare. Anche questa eventualità, al momento, non è possibile.
 

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