Cartelli abusivi a Roma: a Trevi ne spunta un altro vicino Fontana di Trevi

Cartelli abusivi a Roma: a Trevi ne spunta un altro vicino Fontana di Trevi
di Laura Larcan
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Martedì 18 Febbraio 2020, 18:40
«Ma da che parte dobbiamo andare per vedere Fontana di Trevi?» Dubbi amletici di una coppia in gita da Torino in contemplazione di due cartelli turistici posti vicini: stessa indicazione per il monumento settecentesco, ma direzioni opposte. Siamo al bivio tra via della Panetteria e via della Stamperia, dove va in scena un trionfo di segnaletica dell’assurdo. E non è un caso isolato, vista la facilità con cui nel centro storico si incontrano indicazioni stradali fai-da-te per monumenti, piazze e chiese (vernice e spray alla mano), cartelli pasticciati e contraffatti, o i “classici” segnali oscurati, tra insegne martoriate da giochi vandali, imbrattate di adesivi e scritte, piegate o spezzate dall’usura. A dieci giorni dal caso dei graffiti-beffa acchiappa-turisti verniciati a terra in via della Panetteria, per dare false indicazioni per la Fontana di Trevi, con la strategia di deviare il flusso di pedoni verso alcuni esercizi commerciali, lo scenario dei segnali non cambia. Uno spettacolo impietoso per il decoro.

Dopo l’exploit della maxi-scritta “tarocca” (rimossa d’urgenza dal personale dell’ufficio decoro del Campidoglio) Il Messaggero aveva passato al setaccio la segnaletica turistica ufficiale di Roma. Le “condizioni di salute” non erano certo delle migliori con casi che sembravano usciti fuori da “Totòtruffa” e a distanza di giorni il bollettino medico non è affatto migliorato. Anzi, sono spuntati altri casi di malattia cronica di cartelli manomessi. Verrebbe da chiedersi, per esempio, se davvero tutte le strade portano a Fontana di Trevi. L’area ne è piena, anzi affollata, tra segnali fake e insegne fai-da-te.

Ancora a via della Panetteria, all’angolo con via dei Maroniti, ecco comparire una nuova indicazione tarocca: cartello riciclato, verniciato di colore simil marrone (a imitare quelli ufficiali) con una scritta a mano con tanto di vernice bianca.
Il trionfo della sciatteria, all’ombra persino di una preziosa Madonnella secolare (quando si dice il destino). Stessa scena, a via delle Vergini, angolo via dell’Umiltà, dove un segnale stradale di senso unico è stato trasformato, bontà sua, in una indicazione turistica e la scritta “Fontana di Trevi” compare sulla freccia blu imbrattata. Continua, poi, a far sorridere la composizione farsesca dei tre segnali, sullo stesso palo, per Fontana di Trevi che spicca a largo del Tritone: tre frecce puntate su altrettante diverse direzioni. Oramai manca solo un cartello tarocco per Fontana di Trevi piantato sulla Luna. Quanto ai cartelli ufficiali, molti restano logori, ripiegati, spaccati. Pendono di lato o si rivelano oscurati. I cartelli malconci di dieci giorni fa continuano la loro agonia. I casi più eclatanti? Il gruppo presso piazza Navona, coperto da adesivi e manomessi, il cartello a via del Teatro di Marcello dove le indicazioni appaiono imbrattate e oscurate. Persino i pannelli in metallo con il richiamo al patrimonio dell’Unesco, dal Pantheon a piazza Navona, che dovrebbero ricordare la preziosità del luogo, impartendo regole di comportamento per un buon decoro, sono logori, anneriti dal tempo, illeggibili. Figurine delle squadre di calcio, adesivi goliardici, c’è di tutto ad imbrattare i segnali, dall’Ara Coeli all’Area Sacra di Largo Argentina. E la segnaletica, che dovrebbe seguire uno stesso stile e design, spesso lo stravolge. Come a via del Lavatore, con l’insegna per piazza di Spagna. Eppure, nell’era di googlemap, le indicazioni stradali per i monumenti sono molto ricercate dai turisti. Lo conferma anche uno studio della Direzione generale dei musei del Mibact: circa l’82 per cento dei turisti fa caso «alla segnaletica esterna» di musei e siti monumentali.
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